La Politica Europea per lo sviluppo della telemedicina

di Stefano Pierini

8 Aprile 2009 09:00

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In che modo la Commissione Europea può migliorare il servizio sanitario grazie alla telemedicina? Dalla strategia di Lisbona alle politiche regionali, traguardi e nuove prospettive: telemonitoraggio e teleradiologia

La Commissione Europea ha recentemente elaborato una comunicazione (la n. 689/2008) sui benefici della telemedicina per i pazienti, i sistemi sanitari e la società. Qual è la definizione di Telemedicina per l’Unione Europea? Riportiamo il concetto dal predetto documento «?è la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso delle TIC, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località». Pertanto i portali informativi sulla salute, la trasmissione delle prescrizioni e delle impegnative, non sono considerati come servizi di telemedicina. Già nel 2004 l’Unione Europea aveva fatto chiarezza e individuato le possibili strategie, elaborando uno specifico documento sulla sanità elettronica e nel 2007 come sintesi delle iniziative intercorse aveva redatto il “Libro Bianco sulla salute” quale supporto per la strategia per gli anni 2008-13. In tali atti, la telemedicina era stata indicata come un’efficace risposta innovativa al miglioramento della qualità dei servizi sanitari, pur in presenza ancora di una sperimentazione limitata a progetti pilota, best-practices e permanendo ancora un suo utilizzo non ancora integrato nel sistema di servizi.

Un servizio per migliorare la qualità della vita

La situazione dello sviluppo della telemedicina ha fatto notevoli progressi, anche se forse inferiori alle sue aspettative, ma i vantaggi che possono essere prodotti sono superiori ai problemi che ancora permangono. Nel testo comunitario, viene descritto lo scenario europeo, sempre più allargato come territori e ricco di disomogeneità sociali e con situazioni economiche molto diversificate e si sottolinea che il dato oggettivo è che la popolazione invecchia, l’attesa di vita si allunga e i servizi sanitari sono indubbiamente costosi. Soprattutto le cure delle malattie croniche hanno consentito di allungare la vita, ma esse richiedono organizzazioni complesse per le prestazioni e l’assistenza che queste necessitano.

Per aumentare gli investimenti nel settore, la salute è stata integrata anche nelle azioni comunitarie connesse alla crescita, all’occupazione e all’innovazione (dalla strategia di Lisbona alle politiche regionali). Le famiglie sono molto cambiate, spesso non ci sono gli anziani, si abita in luoghi diversi da quelli di origine e la mancanza di servizi socio-sanitari condiziona anche le scelte abitative, rendendo le città scarsamente vivibili e con costi elevati. Nello stesso tempo si crea spopolamento nelle aree interne e rurali che difettano di organizzazioni sociali e sanitarie. In questo contesto e con la diffusione di investimenti in infrastrutture telematiche (obiettivi primari presenti nella programmazione regionale dei fondi strutturali 2007-13, collegati alla diffusione della banda larga), l’utilizzo delle metodologie afferenti alla telemedicina può migliorare la vita in entrambe le situazioni (città e mondo rurale). Attualmente la casistica più diffusa riguarda il telemonitoraggio e la teleradiologia.