L’area della giustizia è da tempo al centro di polemiche. A parte le critiche basate su pareri di carattere politico, o quelle a carattere strettamente tecnico-giudiziario, vi sono una serie di giudizi negativi legati agli strumenti di supporto a disposizione di avvocati, magistrati e giudici; strumenti che non consentono un rapido accesso alle risorse documentali, rallentano la comunicazione fra le procure e gli uffici giudiziari, provocano insopportabili lentezze burocratiche. Questi ritardi si ripercuotono poi sull’efficienza generale del sistema penale. Per non parlare dell’ulteriore e incredibile lentezza dei processi civili. Esistono già degli strumenti tecnologici ma spesso non funzionano correttamente. Ne è un esempio la rete unica della giustizia (Rug) che collega gli uffici giudiziari italiani e che normalmente consente di accedere a internet, di collegarsi alla posta elettronica e soprattutto di usare le normali connessioni con il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e con il casellario giudiziario per la verifica dei procedimenti penali pendenti.
Recentemente si sono verificati episodi di malfunzionamento e collasso generale dell’intera RUG con il sospetto che la causa potesse provenire da un virus informatico. Il fatto immediatamente richiama il tema della sicurezza delle reti informatiche del quale il Ministro Alfano denuncia la scarsa affidabilità dell’attuale sistema. Inoltre, il Ministro sostiene la necessità di eliminare tonnellate di carta che oltre ad alimentare la polvere, alimentano, a suo dire, la fuga di notizie e per questo è prevista la digitalizzare dei processi penali e civili. Per far ciò, si dovrà ricorrere ad una riforma del comparto giustizia. Ma accanto a tale rinnovamento tecnico-giudiziario, è stato recentemente siglato un protocollo di intesa fra il ministro della giustizia e il ministro per la PA e l’innovazione Brunetta: sono previste infatti una serie di iniziative che puntano all’innovazione tecnologica come valido supporto per la risoluzione di quei problemi, legati all’efficienza nella comunicazione e all’accesso alle basi di dati documentali.
Il protocollo d’intesa
Gli obiettivi sono in comune con il Codice per l’Amministrazione Digitale (CAD) che sostanzialmente richiede:
- valutazione delle performance e della soddisfazione del cliente;
- riduzione dei costi dell’amministrazione pubblica con miglioramento di qualità ed efficienza anche in termini dei tempi di risposta;
- trasparenza, accessibilità standardizzazione ed interoperabilità dei processi di interazione tra le amministrazioni e con gli utenti.