L’Agcom sul blocco automatico delle chiamate a sovrapprezzo

di Enza La Frazia

30 Luglio 2008 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Le delibere dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sul blocco automatico delle chiamate a sovrapprezzo

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), con la delibera 97/08/CONS, ha inflitto un duro colpo ai gestori di servizi a sovrapprezzo: si tratta delle note chiamate a tariffazione speciale, come ad esempio quelle dirette ai numeri con prefissi 899, 892, 166, 144 ecc., le quali sono balzate spesso agli onori della cronaca nell’ambito di inchieste sulle bollette gonfiate ricevute da numerosi utenti, spesso vittime di raggiri.

In base alla citata delibera, pubblicata il 17 marzo e aggiornata successivamente dalla 201/08/CONS, gli operatori di telefonia fissa hanno l’obbligo di informare «con ogni adeguato mezzo» i propri utenti della possibilità di richiedere il blocco selettivo delle chiamate in sovrapprezzo; ma, soprattutto, a partire dal 30 giugno scorso, per ogni utenza sarebbe dovuto essere attivato in maniera del tutto automatica tale blocco selettivo, fino ad una eventuale richiesta in senso contrario da parte dell’utente stesso. Il garante, insomma, ha obbligato i fornitori di servizi telefonici ad adottare un sistema di silenzio-assenso, secondo il quale l’utente, debitamente informato riguardo al suo diritto di rinunciarvi, gode di un regime di automatico sbarramento delle chiamate a tariffazione speciale qualora non avesse esplicitamente comunicato la propria volontà di rinunciarvi.

L’intervento del TAR Lazio

Tuttavia la delibera è stata impugnata dinanzi al TAR del Lazio da alcune società erogatrici di servizi telefonici a pagamento, le quali hanno manifestato la loro preferenza, com’era prevedibile, per un sistema di disattivazione, che lasciasse all’utente il solo diritto di chiedere espressamente il blocco delle chiamate a numeri a tariffazione speciale. Dette società lamentavano un danno derivato dalla disinformazione degli utenti, danno che si sarebbe ripercosso sui consumatori stessi: infatti, non è vero che dietro tutti i numeri a tariffazione speciale si nascondono servizi per adulti, cartomanzia, chat, o peggio, manovre truffaldine; a detta dei rappresentanti legali delle società ricorrenti, molte di esse offrivano in prevalenza servizi di “utilità sociale”, quali ad esempio informazioni sanitarie o turistiche.