Il progetto della carta d’identità elettronica, voluto dal ministero dell’Interno, prosegue ormai da molti anni con fasi di sperimentazione interminabili e piccoli passi in avanti.
L’attuazione era stata affidata alla società Innovazione e Progetti, controllata al 70 per cento dal Poligrafico dello Stato e partecipata con un 15 per cento ciascuno dal gruppo Finmeccanica e da Poste italiane.
I primi due soggetti sono ora in contrasto per una querelle riguardante proprio la gestione degli appalti per la realizzazione della CIE.
Il dibattito si era acceso a partire dalla decisione dell’esecutivo Prodi di portare il costo per i cittadini della carta dai 35 euro previsti inizialmente a 20 euro.
Tale passo indietro aveva messo in dubbio la redditività economica del progetto, creando problemi tra i tre soci. Il Poligrafico aveva quindi deciso di sciogliere la Innovazione e progetti; decisione impugnata dalla Selex Sema (controllata da Finmeccanica) di fronte al Tribunale di Roma.
A dare ragione all’azienda del gruppo Finmeccanica è stato però il Consiglio di Stato (dopo la bocciatura del Tar) che ha ora sospeso i bandi in attesa della decisione di merito del Tar del Lazio.
Il progetto sembrava pronto a vedere la luce durante il precedente Governo, con la conclusione delle lunghe fasi di sperimentazione. Ora torna tutto in alto mare.