Il decreto di riforma della PA entro il 18 giugno

di Giulia Gatti

6 Giugno 2008 13:00

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Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, si appresta a varare il decreto di riforma della PA, che sarà accompagnato dal ddl e dalle deleghe

Entro il 18 giugno sarà varato il decreto correttivo di riforma della PA, i cui tempi sono stati presentati dal ministro Renato Brunetta durante l’audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera. Ed entro luglio, prima delle vacanze, saranno contenuti tutti gli elementi nella norma di stabilizzazione di Tremonti. Il decreto sarà accompagnato da un disegno di legge e una delega.

La manovra correttiva strutturale arriverà a 12 miliardi l’anno per il triennio, e sarà quindi una manovra 2009-11 di circa 36 miliardi di euro, un vero e proprio «mix di antibiotici e vitamine». Brunetta ha detto anche che la manovra correttiva riprenderà le fila del percorso già tracciato dal governo Prodi con l’Unione Europea per arrivare al pareggio di bilancio nel 2011.

La manovra prevede tagli, ma soprattutto liberalizzazioni e privatizzazioni, a partire dal settore dei Pubblici Servizi, per arrivare ad una maggiore efficienza nella Pubblica amministrazione. Il mix di vitamine ed antibiotici funzionerà in questo modo, come ha spiegato il ministro Brunetta: «Gli antibiotici serviranno per correggere le dinamiche di finanza pubblica che sono in peggioramento». Le vitamine, invece, spaziano dalla semplificazione al miglioramento del lavoro pubblico e della contrattazione.

Per quanto riguarda il rapporto con i sindacati, è già stato annunciato un incontro per martedì prossimo con Cgil, Cisl e Uil e anche con le categorie, in modo da avere un confronto «per discutere e approfondire il lavoro che stiamo facendo sulla riforma della pubblica amministrazione. Il rapporto con i sindacati è continuo», ha sottolineato il ministro.

Il ministro sta pensando inoltre di estendere lo strumento della class action anche al settore pubblico: «Sto cercando di dare una voce concreta ai cittadini, per punire chi non fa il proprio lavoro con l’estensione della class action al settore pubblico dove chi perde va a casa».

E sulla possibilità di un blocco del turn over per il pubblico impiego, il ministro ha affermato che si sta lavorando su questi temi, ma i blocchi del turn over, come quelli dei prezzi, «non funzionano mai se sono fatti in maniera banale».
Il che vuol dire che, se da un lato si pensa di bloccare o incentivare le uscite, dall’altro bisogna migliorare qualitativamente le entrate, in modo tale che ci sia un rinnovo del capitale umano della PA.
Il ministro ha annunciato inoltre che sta lavorando all’introduzione di aspettative non retribuite per lavorare nel settore privato.