La natura giuridica di Internet

di Stefano Gorla

2 Ottobre 2008 09:00

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La proprietà di Internet non appartiene ad alcun soggetto giuridico e questo lo rende debole ma allo stesso tempo forte

Sapere che natura giuridica ha Internet non è una questione accademica ma molto pratica e concreta: la risposta consente, infatti, di ottenere soluzioni ad altri problemi posti dalla Rete stessa come l’individuazione della legge applicabile per la regolamentazione della Rete e l’identificazione del foro competente in caso di conflitti di interessi nel suo ambito.

Dal 12 al 15 novembre 2007 si è svolto l’Internet Governance Forum sotto l’egida dell’ONU e a cui hanno partecipato oltre mille rappresentanti di governi, industria e società civile, provenienti da 109 paesi del mondo. La delegazione italiana, in rappresentanza del Comitato sulla governance di Internet nominato dal ministro per le Riforme Luigi Nicolais, ha organizzato un dibattito coordinato da Stefano Rodotà e incentrato sulla proposta di una carta costituzionale dei diritti in Rete.

Anche se da Rio è emerso che ancora circa 4 miliardi di persone sono escluse dall’accesso e quindi la lotta
al digital divide è un problema di rilievo, quello della governance assume importanza per evitare da un parte lo spettro del controllo della libertà attraverso la censura delle voci che si oppongono civilmente a chi ha qualche forma di potere nel mondo reale e dall’altra la sua utilizzazione incontrollata e criminale (vedi la pedofilia o il riciclaggio di denaro sporco).

Il nucleo del discorso deve fare riferimento non tanto allo strumento ma bensì ai contenuti e all’interazione tra gli utenti che comunicano attraverso lo strumento della Rete. Internet resta il “motore” della società della informazione, ossia il trasmettitore accelerato – rispetto ai mezzi precedenti – delle informazioni.

La Rete, nata deregolamentata e limitata all’ambito militare e scientifico, coinvolge oggi ogni aspetto della vita civile e commerciale e, rispetto ai contenuti, accanto a chi sostiene l’estendibilità della regolamentazione vigente allo spazio virtuale c’è chi invece pone la necessità di una legislazione specifica.

La Governance della Rete determina i limiti dell’utilizzo della Rete: ma chi deve porre questi limiti? In Cina, Birmania e Arabia Saudita anche la posta elettronica è soggetta al controllo degli Stati. A Rio la Governance è stata invece definita come il contributo paritario che molti soggetti differenti (dalle imprese, alle università, alle organizzazioni della società civile, ai governi) danno allo sviluppo della Rete e quindi della sua efficacia ed efficienza.

Accanto ad un accordo sulle regole tecniche di comunicazione occorre un “Bill of Rights” condiviso per il riconoscimento dei diritti di soggetti singoli e associati. A Rio è stata approvata la “Carta dei Diritti” presentata dall’Italia come bozza di discussione per la sua approvazione definitiva al prossimo vertice del 2009 a New Delhi.