Redditi 2005 online, non si ferma la polemica

di Marianna Di Iorio

Pubblicato 5 Maggio 2008
Aggiornato 13 Giugno 2018 12:57

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La pubblicazione online dei redditi dei contribuenti sul sito dell'Agenzia delle Entrate ha alzato un notevole polverone. Previsto per oggi il termine ultimo per presentare spiegazioni al Garante. E commette reato chi scarica la lista con il P2P

Previsto per oggi il termine ultimo all’Agenzia delle Entrate per fornire motivazioni valide al Garante sull’effettiva legalità degli elenchi pubblicati online mercoledì, contenenti la dichiarazione dei redditi 2005 dei contribuenti italiani.

Gli elenchi, pubblicati ai sensi dell’articolo 69 del Dpr 600 del 1973 e dell’articolo 66bis del Dpr 633 del 1972, hanno ricevuto da subito un notevole afflusso di utenti, a tal punto da obbligare il sito a sospendere, nel primo pomeriggio, la disponibilità della lista. Ma non solo per questo.

Il problema legato alla tutela della privacy si è sollevato rapidamente. Ed è stato richiesto velocemente un intervento da parte del Garante per la Privacy. Il Garante nella stessa giornata ha deciso di «chiedere formalmente e con urgenza ulteriori delucidazioni all’Agenzia e l’ha invitata a sospendere nel frattempo la diffusione dei dati in Internet».

Ma a sollevare ancora di più la polemica ci hanno pensato gli utenti esperti di Internet che non hanno perso tempo e hanno copiato le liste nei sistemi per la condivisione dei file. Dunque, fuori dal sito dell’Agenzia delle Entrate, ma ancora nella Rete.

A questo proposito è intervenuta nuovamente l’Autorità, affermando che «la diffusione in Internet, anche per poche ore, rende infatti ingovernabile la circolazione e l’uso di questi dati così come la loro stessa protezione».

«L’accessibilità dei dati in rete – ha sottolineato ancora il Garante – non significa che essi siano di per sè liberamente diffondibili da qualunque utente della rete; la loro ulteriore diffusione può esporre a controversie e conseguenze giuridiche.

Il Codacons ha denunciato il viceministro dell’Economia Visco e, insieme con l’Associazione Utenti Servizi Finanziari, ha richiesto un risarcimento danni da 20 miliardi di euro (520 euro per 38 milioni di contribuenti italiani). La richiesta è stata presentata contemporaneamente al Pm di Roma, alla polizia postale e al Garante della Privacy. Il Codacons richiede, inoltre, il sequestro delle liste.

Domani ci sarà la riunione del Garante. Intanto il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, presenterà oggi un documento all’Autorità. L’Agenzia farà leva «sul principio di trasparenza e l’obbligo di pubblicazione» previsto dalla legge del 1973 e sulla «assoluta equivalenza tra lo strumento della carta stampata e Internet». Vedremo come andrà a finire.