Pechino punta sull’innovazione tecnologica

di Roberta Donofrio

17 Marzo 2008 17:30

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Presentato un provvedimento che allenterà la pressione del Governo Cinese sulle attività di ricerca scientifica e tecnologica. Gli scienziati potranno commettere errori ma dovranno comunque dare il massimo

Se ne è resa conto anche la Cina: il progresso di una società passa attraverso sperimentazioni ed insuccessi.
Dal prossimo luglio entrerà in vigore una modifica alla legge che disciplina l’ambito scientifico e tecnologico, la quale stabilisce che i ricercatori sono tenuti a comunicare gli esiti della loro attività anche in caso di fallimento, senza rischi per la propria carriera o possibili tagli dei finanziamenti.

Il testo della normativa recita: «Tecnici e scienziati che hanno intrapreso delle ricerche con un alto rischio di fallimento potranno continuare a fruire dei finanziamenti se potranno dimostrare che si sono impegnati al massimo, pur mancando l’obiettivo che si erano prefissati».

Un importante traguardo se si pensa che per anni i ricercatori cinesi hanno subito forti pressioni dallo stato affinché i finanziamenti destinati ai progetti di innovazione scientifica non andassero sprecati in imprese fallimentari. Un atteggiamento che lo Stato ha assunto per tutelare le proprie risorse dalle richieste illecite di fondi perpetuate falsificando i dati delle ricerche.

«In molte occasioni l’esperienza che deriva da un fallimento nel campo dell’esplorazione scientifica ha più valore di quella che si può estrarre da un successo»ha dichiarato il Ministro della Scienza e della Tecnologia Wan Gang, spiegando che allentare la pressione sui ricercatori consentirà anche di risolvere il problema delle frodi a cui spesso proprio gli scienziati fanno ricorso per difendere la loro professione.

Comunque i controlli non spariranno del tutto: anche in caso di insuccessi i ricercatori dovranno dimostrare di aver meritato gli stanziamenti pubblici col massimo impegno nei progetti intrapresi.