Gestire il copyright nella PA

di Stefano Gorla

5 Febbraio 2008 09:00

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Contratti di licenza, open source, proprietà intellettuale: il software negli uffici della PA non sempre viene gestito al meglio. Né tantomeno secondo la legge

Consideriamo infine il caso di un software creato dal pubblico dipendente nell’esecuzione delle sue mansioni. In questa fattispecie spetta alla PA il diritto di utilizzazione economica, mentre al dipendente resta il diritto morale. In base all’art.29 della Legge 633/41, per il software creato e pubblicato dalla PA la durata della tutela è ridotta a 20 anni dalla data di pubblicazione.

Ma alla gestione della parte offline oggi si accosta anche la gestione dei contenuti online, in rapida crescita nei Paesi europei con profitti generati dalle vendite per 1,8 miliardi di euro nel 2005. La Commissione Europea intende sviluppare un mercato unico dei contenuti on line con l’obiettivo di giungere a 8,3 miliardi di euro nel 2010.

A tal fine ha lanciato una consultazione pubblica per sostenere non solo l’industria dei contenuti e delle telecomunicazioni ma anche i fornitori di servizi internet ad accrescere la disponibilità dei contenuti online, garantendo al contempo una solida tutela dei diritti relativi alla proprietà intellettuale. La Commissione ha identificato quattro aree principali che necessitano di indirizzo:

  • La resistenza di alcuni proprietari di contenuti creativi a renderli disponibili per la distribuzione online, per ragioni come il timore di download illegali e pirateria online;
  • La carenza di licenze di copyright multiterritoriali che consentano l’uso dei contenuti in diversi o in tutti gli Stati membri della Ue;
  • L’interoperabilità dei cosiddetti sistemi di Gestione digitale diritti (DRMs), le tecnologie che consentono la gestione dei diritti sui contenuti e la giusta remunerazione dei loro creatori.
  • La pirateria relativa ai contenuti.

La consultazione pubblica si chiuderà il 29 febbraio 2008 e consentirà alla Commissione di presentare, entro la metà dell’anno, una raccomandazione con delle proposte concrete per superare gli impedimenti esistenti in materia di contenuti creativi, in vista della loro definitiva approvazione da parte dell’Europarlamento e degli Stati membri.

In questo contesto la pubblica amministrazione può divenire un attore rilevante in diversi ambiti, sia per quanto attiene alla produzione di contenuti e i servizi da veicolare , sia come partner nella gestione di veri e propri canali trasmissivi dei contenuti stessi.

Lo sviluppo della comunicazione e l’aumento della complessità delle informazioni da fornire consentono alla PA una differenziazione dei canali (multicanalità) di contatto con l’utenza in modo da soddisfare qualsiasi categoria di destinatari e al contempo utilizzare diversi media. Il focus è l’offerta di servizi attraverso differenti canali (radio, televisione, telefono cellulare, televideo) mentre la multimedialità si focalizza sul concetto di differenti formati digitali.

Oggi una delle sfide più importanti è rappresentata dalla capacità pubblica di progettare e governare – e a volte anche gestire – la produzione di contenuti multimediali interattivi, come nel caso del Comune di Modena.