Accesso e rispetto della privacy

di Stefano Gorla

20 Novembre 2007 09:00

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Come conciliare il diritto di accesso ai documenti amministrativi con il diritto alla riservatezza? Ecco come districarsi nel quadro normativo, seguendo l'esempio dell'INPS con Vicky

A difendere il diritto alla riservatezza la L 675/96 ha istituito l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Nel luglio 2007, nella sua relazione al Parlamento, il Garante Francesco Pizzetti ha denunciato come le violazioni della riservatezza abbiano assunto una rilevanza a livello di emergenza: «Il fenomeno della penetrabilità delle grandi banche dati da parte di chi agisce illegalmente, senza incontrare barriere adeguate, è esploso con modalità e dimensioni preoccupanti. […] Il furto di informazioni colpisce allo stesso modo la gente comune e i personaggi pubblici. Troppo spesso l’appropriazione illegittima dei dati e il loro utilizzo, legato a strategie sapienti di inquinamento della nostra società, rende meno giusta la giustizia, meno sicura la sicurezza, meno libera la democrazia, meno competitiva l’attività economica e finanziaria, meno credibile tutta la società».

La continua innovazione tecnologica e la dimensione globale della comunicazione rendono quanto mai difficile difendere la riservatezza dagli accessi illegittimi. Alcuni provvedimenti del Garante hanno riguardato le tecnologie che, utilizzate per dare ai cittadini migliori servizi, sono però potenzialmente in grado di localizzarli o descriverli senza autorizzazione. Fra questi, quelli relativi all’uso delle tessere elettroniche nei servizi pubblici di trasporto; al monitoraggio del funzionamento dei sistemi di informazioni creditizie e all’accesso a tali sistemi da parte degli operatori telefonici;quelli, sempre più diffusi, volti a un corretto utilizzo dei sistemi di videosorveglianza.

Nel 2006 l’Autorità Garante ha esaminato ed espresso pareri su ben 106 Regolamenti di Amministrazioni Pubbliche relativi al trattamento dei dati sensibili, ribadendo che la tutela dei dati costituisce un principio essenziale di organizzazione. Nel suo programma ispettivo, il Garante intende dedicare particolare attenzione alle banche dati fiscali, alle carte di identità, carte sanitarie e carte dei servizi elettroniche, anche per evitare inutili duplicazioni.

Spesso il rispetto della riservatezza e quindi l’implica sicurezza dei dati, sono considerati come un intralci al lavoro quotidiano. In questo senso occorre che nella PA si diffonda la “cultura della sicurezza dei dati”. L’informazione è il bene supremo della società ed è soprattutto la smaterializzazione dell’informazione moderna, a differenza di quella tradizionale, a comportare dei rischi.