La liberalizzazione del Wi-Fi sembra finalmente realtà , dopo aver rischiato di diventare l’ennesimo pasticcio all’italiana. E’ stato infatti approvato un emendamento di Francesco Boccia che scioglie vincoli ed obblighi per tutti coloro che vogliono offrire accesso pubblico alla rete Wi-Fi, confermando le anticiupazioni rilasciate a PMI.it dal Ministero (=>Wi-Fi: il Governo corregge il Decreto Fare).
La strada per la liberalizzazione “vera” del Wi-Fi pubblico sembra spianata. L’iter per l’approvazione non è concluso ma visti i tempi stretti sarà difficile che si arrivi a cambiare ancora qualcosa. Il Parlamento è riuscito a modificare con un veloce blitz in Commissione Bilancio alla Camera i controversi emendamenti all’articolo 10 del Decreto del Fare, che di fatto rendevano impossibile la diffusione libera delle reti wireless in locali pubblici come bar e ristoranti (=>Leggi: il Parlamento fa marcia indietro sul Wi-Fi libero). Il nuovo articolo 10 del Decreto Fare recita dunque:
L'offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite rete WIFI non richiede l'identificazione personale degli utilizzatori. Quando l'offerta di accesso non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l'articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1° gennaio 2003, n.259 e successive modificazioni, e l'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni.
Quello che si nota subito è che è stata abrogata la parte dell’articolo 10 in cui si faceva riferimento agli obblighi di registrazione degli IP e dei Mac Address. Inoltre, chi offrirà il WiFi pubblico non sarà più tenuto a conservare alcun tipo di dato degli utilizzatori.