Formazione, flessibilità, investimenti nel benessere dei dipendenti e nella sostenibilità: sono le nuove priorità per le aziende ai tempi del Coronavirus secondo i Global Talent Trends 2021 di Mercer. L’esperienza Covid (che ad aprile 2020 ha portato lo smart working nel 72% delle aziende interessando 8 milioni di lavoratori) ha cambiato le attitudini dei Responsabili delle Risorse Umane, oggi più attenti alle esigenze di flessibilità e al benessere dei dipendenti. Non a caso, le HR sono sempre più orientate verso pratiche si responsabilità sociale oltre che ambientale. Ed il 64% in Italia dichiara che la propria società ha incluso metriche ESG (Environmental, Social, Governance, ossia investimenti sostenibili) negli obiettivi delle figure decisionali.
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Legare gli obiettivi ESG alla proposta di valore centrale dell’azienda e integrare tali metriche nelle scorecard dei decisori, sono solo due degli approcci che secondo noi dovranno perseguire le società nel 2021 se vogliono essere vincenti, sottolinea Marco Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia.
Le società che integrano i fattori ESG nell’agenda del CEO hanno più possibilità di conseguire una crescita elevata degli utili.
Altro dato rilevante: nel corso del 2020, in Italia quasi la metà (47%) delle aziende ha intensificato gli sforzi per la cura e il benessere delle proprie persone durante le fasi di lockdown, oltre a fornire supporto assistenziale e coperture sociosanitarie. Un dato decisamente più alto rispetto agli altri Paesi europei, come la Francia (10%) o la Germania (15%). E oltre la metà delle aziende (62%) prevede di ampliare l’accesso all’assistenza sanitaria e all’offerta di benefit in remoto per i propri collaboratori, rispetto al 47% della media mondiale, confermando il focus degli HR italiani rispetto alla sicurezza e al benessere sanitario dei lavoratori.
L’Italia è invece ancora agli esordi sulle strategie volte alla maggiore personalizzazione dei benefit mirati all’inclusione. Solo il 10% delle società sta adottando DEI analytics (Diversity, Equity, Inclusion) per l’analisi dei bisogni specifici del personale con l’obiettivo di promuovere un ambiente più inclusivo, sostenere la diversità e la flessibilità in tutte le sue forme.
C’è però sensibilità su progetti di reskilling e upskilling, prioritari per il 48% delle imprese. I piani di trasformazione per il 2021 sono incentrati su flessibilità organizzativa (39%), promozione dei talenti e formazione (58%), mappatura delle competenze (32%). Oltre la metà (58%) delle società italiane ha dichiarato di avere intrapreso strategie di analisi dei dati (analytics) volte al miglioramento dell’equità retributiva. Però, solo il 10% ha anche adottato strategie di analisi dell’impatto che l’inevitabile trasformazione della forza lavoro avrà sulle minoranze.
«Se la trasformazione digitale portava ad una accelerazione dei processi di conversione tecnologica ed un alleggerimento delle gerarchie e dei layer organizzativi, la pandemia ha innescato una irreversibile consapevolezza di maggiore vicinanza alle persone», conclude Morelli, secondo il quale i nuovi imperativi sono empatia, trasparenza, ascolto e sostenibilità socio-organizzativa.
“Un’azienda empatica e capace di trarre vantaggio dalla ricchezza e dalla molteplicità di idee e prospettive potrà fare del 2021 un anno di ripresa produttiva e di reinvenzione”.