Il ritardo nei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione è uno dei problemi più grandi per le imprese italiane, che a causa dei debiti della PA si trovano spesso in deficit di liquidità. A stilare la classifica dei peggiori pagatori in Italia è stata la CGIA Mestre: i Comuni sono i primi della lista in questa particolare classifica (a pagare i ritardo più degli altri è Catanzaro con 144 giorni di ritardo), a seguire ci sono le ASL (soprattutto quella del Molise con 126 giorni di ritardo) e il Ministero dell’Economia (82 giorni). Eppure qualche buon esempio c’è: le Regioni e alcuni enti pubblici fanno registrare ritardi abbastanza contenuti e qualcuno salda i propri fornitori in anticipo rispetto ai termini contrattuali.
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Dunque la Legge che impone tempi certi per i pagamenti (30 giorni e in casi particolari 60) non sembra aver risolto il problema dei ritardi nei pagamenti dalla PA e questo è sotto gli occhi di tutti, visto che entro lo scorso 30 aprile le PA avevano l’obbligo di pubblicare la tempestività dei propri pagamenti riferiti al primo trimestre di quest’anno sul proprio sito web.
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La CGIA Mestre ha messo insieme tutti i dati e ha ricavato la classifica di chi non rispetta le scadenze tra Comuni capoluogo di provincia, Regioni, Ministeri, grandi ASL e enti pubblici:
«In questa elaborazione abbiamo consultato solo un piccolo campione di soggetti pubblici – spiega il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – e pur riconoscendo che le difficoltà e i tagli hanno ridotto le possibilità di spesa delle Amministrazioni Pubbliche, non è giustificabile che una buona parte dei soggetti monitorati, a distanza di quasi 2 mesi e mezzo dalla scadenza prevista per legge, non abbia ancora pubblicato sul proprio sito internet alcun dato. Ancora una volta, quando la PA è obbligata a rendere conto ai cittadini-contribuenti del proprio operato, la trasparenza, spesso invocata a parole dai politici o dai dirigenti pubblici, stenta ad affermarsi nei fatti».
Peggiori pagatori
Entrando nello specifico:
- tra i Comuni la maglia nera spetta a Catanzaro (144), seguito da Perugia (90 giorni), Roma (83 giorni) e Venezia (65 giorni);
- tra le 21 ASL esaminate (una per regione) la maglia nera spetta a quella del Molise (126 giorni di ritardo rispetto ai termini contrattuali), seguito da quella di Bari (66 giorni), quella di Palermo (quasi 43 giorni) e quella di Cagliari (31 giorni);
- tra gli Enti pubblici e le Autorità il CNR è il peggiore con 33 giorni, a seguire l’ICE (Istituto per il Commercio Estero) con 29,5 giorni, l’INPS con 24,5 giorni e l’Autorità Garante della Concorrenza con quasi 24,5 giorni;
- tra i Ministeri il record di ritardi spetta al MEF con ben 82 giorni di ritardo, segue il MiSE con quasi 38 giorni e la Presidenza del Consiglio dei Ministri con quasi 29,5 giorni di ritardo;
- tra le Regioni, il Piemonte salda le fatture ricevute dai fornitori dopo 38 giorni, il Lazio ritarda di oltre 19 giorni, il Veneto di quasi 18,5 giorni.
PA puntuali
Tra i buoni esempi troviamo:
- il Comune di Trento (23 giorni di anticipo rispetto ai termini);
- le ASL dell’Umbria 1 di Perugia, che paga i propri fornitori quasi 23 giorni prima della scadenza;
- il Ministero delle Infrastrutture con pagamenti effettuati quasi 23,5 giorni prima della scadenza.
- il Friuli Venezia Giulia che paga in anticipo sulla scadenza di 11 giorni, l’Emilia Romagna e la Lombardia con 5 giorni di anticipo sulla scadenza.
Dati mancanti
A non aver ancora aggiornato il sito, o hanno inserito solo dati parziali, sono stati:
- i Comuni di Aosta, Campobasso, Potenza, Palermo e Cagliari;
- le ASL Torino 1, Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Roma A, Napoli 1 centro, Catanzaro;
- i Ministeri dell’Interno, della Giustizia, dell’Ambiente, del Lavoro e dell’Istruzione e Beni Culturali;
- le Regioni Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e la Provincia autonoma di Trento.