Quattro miliardi di euro: è quanto si aspetta di recuperare il Governo grazie alla riscossione forzata delle rate non versate dai contribuenti che si erano avvalsi del condono fiscale sull’IVA del 2002 e alla riscossione dell’intero ammontare delle imposte evase da coloro che erano rimasti nella irregolarità. La Manovra Finanziaria 2011 ha inoltre esteso i termini che consentono all’Agenzia delle Entrate di effettuare i relativi controlli, che dunque partiranno entro il 17 ottobre.
A giudicare il condono IVA 2002 (legge 289/2002) erano state la Corte di Giustizia Europea nel 2008 e la Corte Costituzionale nel 2011: ora, dunque, con la Manovra Finanziaria si punta a recuperare credito (da chi ha usufruito e non) del condono fiscale per sanare parte del debito pubblico.
La legge di conversione della manovra finanziaria (DL n. 138/2011, art. 2, commi 5 bis e 5 ter) prevede che il Fisco faccia partire, entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore (13 settembre 2011), i controlli sui contribuenti che non hanno pagato le somme dovute per intero, ovvero non hanno saldato le rate successive alla prima in seguito all’adesione al condono.
L’Agenzia ha a disposizione ulteriori 30 giorni per avviare la riscossione coattiva se non si procederà con la regolarizzazione dei pagamenti entro il 31 dicembre 2011, pena una sanzione pari al 50% delle somme definite e non versate, da sommarsi alle sanzioni e agli interessi già maturati.
Particolare attenzione verrà inoltre posta dal Fisco sui contribuenti che hanno fatto ricorso al condono fiscale, che si tradurrà in una stretta sui controlli fiscali relativi ai periodi successivi a quelli condonati, anche per le attività svolte con codice fiscale o partita IVA diversi.
Come accennato in precedenza, tra l’altro, la manovra finanziaria ha concesso all’Agenzia delle Entrate più tempo per effettuare gli accertamenti sul condono fiscale 2002: non scadranno più a fine 2011 ma a fine 2012.