Si oppone con forza all’ipotesi di condono, fiscale tombale, edilizio o previdenziale, Giulio Tremonti. Dopo il primo no a Berlusconi, il ministro ha ribadito la propria posizione di fronte alla nuova ipotesi di sanatoria fiscale presentata dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto.
Inserire nel DL Sviluppo o altrove un nuovo condono significherebbe per Tremonti, una contraddizione nella lotta all’evasione fiscale, implicando alla lunga un aumento del deficit.
Sulla stessa linea di pensiero il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e Pier Ferdinando Casini (Udc), il quale ritiene “immorale” il concetto di sanatoria. In più il sottosegretario all’Economia Luigi Casero sottolinea la strategia del condono fiscale o edilizio non si concilierebbe con le linee indicate dall’Europa che ha già bocciato i condoni IVA del 2002.
Casero vede invece più percorribile la via del condono edilizio.
Per Cicchitto, invece, un maxi-condono fiscale tombale aiuterebbe ad abbattere il debito.
Obiettivo per il quale, secondo il presidente dei deputati del Pdl, il governo dovrà non solo pensare ad una “patrimoniale morbida”, ad una riforma pensionistica e ad un piano di dismissioni, ma anche ad un condono edilizio e un condono fiscale. «Non credo che l’etica si misuri sul condono ma sulla capacità di trovare le risorse» ha concluso Cicchitto.
Ad avvalorare le parole di Cicchitto i calcoli della Cgia di Mestre, secondo cui nelle casse dello Stato Italiano sarebbero entrati negli ultimi 30 anni 104,5 miliardi di euro proprio grazie ai condoni e alle sanatorie fiscali.
Intanto dalla UE arriva il sollecito a “fare presto” e Berlusconi risponde garantendo che « entro metà ottobre arriveranno misure concrete ed efficaci nell’interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese».