Salgono le addizionali regionali IRPEF nel 2015, secondo quanto emerge dai dati presenti sul sito del Dipartimento delle Finanze trasmessi al MEF dalle Regioni entro la scadenza del 30 aprile.
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Addizionali regionali
Entrando nel dettaglio:
- nel Lazio sono state ridotte le aliquote da tre a due e l’aliquota più alta è stata innalzata da 2,33% a 3,33%;
- in Piemonte le aliquote restano cinque e la massima sale anche qui dal 2,33% al 3,33%.
Si passa ad una sola aliquota
- in Abruzzo, Calabria e Sicilia fissata all’1,73%;
- in Sardegna, Trento, Bolzano, Valle d’Aosta e Veneto, con aliquota all’1,23%;
- in Campania con aliquota al 2,03%.
In Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, vengono stabilite cinque aliquote, in osservanza delle disposizioni dell’art. 6, comma 4, del Dlgs 68/2011, fissate in base agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti dalla legge statale. Riassumendo: rispetto al 2014: in 13 Regioni la situazione è rimasta inalterata, in 2 le aliquote sono diminuite, in 3 vi è stato un leggero ritocco e in altre 3 il ritocco è stato consistente, soprattutto per i contribuenti con redditi che superano i 35.000 euro per i quali gli aggravi arrivano a pesare migliaia di euro.
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Addizionale IRPEF
Ricordiamo che l’addizionale regionale all’IRPEF è un’imposta che si applica al reddito complessivo determinato ai fini dell’IRPEF e deve essere versata se per lo stesso anno risulta dovuta l’IRPEF. Ogni singola Regione e Provincia autonoma può stabilirne l’aliquota entro i limiti fissati dalla legge statale. Da quest’anno, per differenziare le aliquote delle addizionali, i Governatori hanno l’obbligo di fare riferimento ai medesimi scaglioni di reddito IRPEF. (Fonte: CGIA Mestre).