Sul testo della manovra finanziaria approvato in Senato le critiche non si sono ancora placate.
Tra coloro che contestano le norme stabilite, figura anche Unicredit che ritiene la riforma del sistema di agevolazioni fiscali (ossia i tagli) uno dei punti deboli della terza versione della manovra finanziaria bis.
Su questo punto il Governo stima, mediante il provvedimento ora atteso alla Camera, di recuperare nel 2014 20 miliardi di euro dei 59,8 miliardi totali.
Il problema principale sul quale Unicredit si dimostra critico è che «una parte consistente dell’aggiustamento proviene dai tagli al sistema delle agevolazioni fiscali», che però «non sono ancora stati ben specificati».
La manovra finanziaria prevede una diminuzione drastica delle agevolazioni nel caso in cui non venga attuata entro i termini stabiliti la riforma fiscale e assistenziale. Si parla di agevolazioni che permettono ai contribuenti italiani di risparmiare circa mille euro l’anno sulle tasse, e questa clausola di salvaguardia cancellerebbe tale vantaggio.
In particolare, ad essere maggiormente coinvolte sarebbero le agevolazioni legate ad IVA ed IRPEF, con un peso del 26,5% e 62,2% rispettivamente sui “mancati introiti fiscali”. Ma gli esperti Unicredit spiegano che i presumibili tagli lineari, così come un secondo aumento dell’Iva, andrebbero ad incidere sui contribuenti già in difficoltà e incrementerebbero il rischio recessivo.
Le nuove misure di consoldimento fiscale messe in campo dal Governo riducono con la manovra finanziaria, per Unicredit, le prospettive di crescita italiane per il 2011: non si avrà un aumento del +1,1% bensì del +0,6%, mentre nel 2012 si passerà ad un +0,4% (invece del +1,1% stimato in precedenza).