Non solo moratoria mutui: l’accordo ABI-PMI-Consumatori in dirittura d’arrivo conterrà anche misure per supportare la possibilità per le imprese di agganciare la ripresa. Sono le indiscrezioni che emergono dai tavoli che vedono i rappresentanti dell’associazione bancaria italiana e quelli del PMI in trattativa per concludere l’accordo sulla moratoria mutui. I tempi sono ormai strettissimi, la firma è attesa entro la fine di marzo.
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Nel frattempo, è stata prorogata fino al 31 marzo la sospensione dei mutui in base all’accordo già esistente, siglato nel 2013, che avrebbe dovuto scadere a fine 2014 ma è stato prolungato proprio per permettere la conclusione del negoziato sulla nuova intesa continuando a prevedere per le PMI la possibilità di sospendere le rate o allungare la durata del mutuo. Anche il nuovo accordo è destinato a prevedere entrambe queste due possibilità, con una serie di paletti legati alla posizione debitoria delle imprese: ad esempio, secondo anticipazioni dell’ANSA, sarebbero ammesse solo PMI senza posizioni classificate come sofferenze, inadempienze probabili, e che non abbiano esposizioni scadute da oltre 90 giorni. Sempre secondo anticipazioni, l’intesa prevede che a fronte della richiesta di moratoria di un’impresa le banche si impegnino a rispondere entro 30 giorni.
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L’intesa fra banche e PMI dovrebbe anche prevedere misure di stimolo alla ripresa, non di carattere emergenziale, ma pensate per favorire rilancio degli investimenti e ripatrimonializzazione delle imprese, anche nell’ottica dei passi avanti compiuti a livello comunitario verso l’Unione Bancaria Europea.
Il momento, da questo punto di vista, è favorevole anche grazie allo stimolo rappresentata dalla maxi operazione della BCE, il piano di Quantitative Easing (acquisto di titoli di stato) della banca centrale europea partito il 9 marzo scorso che prevede acquisti per 1080 miliardi di euro in 18 mesi, di cui 120-150 miliardi destinati all’Italia. Un’iniezione di liquidità nel sistema bancario che potrebbe tradursi in condizioni migliori sui prestiti e sui finanziamenti in generale all’economia reale, quindi alle imprese.
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I termini dell’accordo ABI-PMI si prevedono tali da consentire alle imprese che hanno risentito della crisi ma che hanno solide basi e possibilità di crescita di investire sulla crescita.