Tra le più pesanti novità introdotte con la manovra finanziaria in tema di regimi fiscali agevolati, spicca la riforma del “regime dei minimi” (Legge 244/2007, art.1, commi da 96 a 117): il testo della manovra finanziaria ha ridotto drasticamente il numero di soggetti beneficiari rendendo per loro inapplicabili gli Studi di settore.
In pratica, con i nuovi regimi forfettari in vigore dall’1 gennaio 2012, gli ex minimi diverranno contribuenti marginali, per i quali le variabili di Gerico non saranno più in grado di misurare correttamente le attività economiche.
Gli ex minimi e i nuovi imprenditori che non possiedono i requisiti per rientrare tra i nuovi minimi, però, per la legge non saranno più esenti dagli Studi di settore, come avveniva precedentemente. Ma poiché la loro marginalità economica continua a permanere – e visto che gli Studi di settore non sono in grado di cogliere le situazioni non normali di svolgimento dell’attività di tali soggetti – per molti questa situazione potrebbe costituire una “svista del legislatore“.
Non solo: anche se si riuscissero ad applicare gli Studi di settore, come deciso dalla manovra finanziaria, si arriverebbe ad un assurdo, perché questo renderebbe possibile l’adeguamento dei ricavi o compensi dichiarati con quelli stimati, portando automaticamente alla fuoriuscita dal nuovo regime! A causa dell’adeguamento a Gerico, questa situazione si verificherebbe ogni qualvolta si superi il limite dei 30mila euro.
Una soluzione potrebbe essere quella di fare in modo che i maggiori ricavi o compensi indicati a seguito di adeguamento allo studio di settore non abbiano effetti sulla permanenza o meno nel regime.
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