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Pensioni future: mille euro scarsi ai dipendenti

di Anna Fabi

Pubblicato 6 Luglio 2011
Aggiornato 6 Gennaio 2012 10:56

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Censis- Unipol: Welfare, i giovani dipendenti con contratto di assunzione potranno "aspirare" a una indennità di pensione inferiore a mille euro mensili.

La Riforma Pensioni darà il colpo di grazia ad un sistema previdenziale già martoriato alla luce dei risultati del progetto “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” di Censis e Unipol: «il 42% dei giovani dipendenti che oggi lavorano non arriverà a mille euro di pensione». Questo l’amaro incipit della nota ufficiale del Censis sullo studio. E già si conia il termine “generazione mille euro” per bollare i dipendenti di oggi, che poco hanno da sperare sulle future pensioni INPS & C.

Quasi la metà dei giovani lavoratori dipendenti (25-34 anni) in pensione verso il 2050, nella migliore delle ipotesi percepirà un’indennità inferiore al proprio attuale stipendio.

La pensione pubblica riserva dunque un reddito più basso che a inizio carriera. Peggio andrà agli autonomi o ai giovani con contratti atipici, per non parlare della Neet generation. Già nel 2040, i dipendenti matureranno una pensione pari al 60% dell’ultima retribuzione (a 67 anni con 37 anni di contributi), mentre gli autonomi percepiranno meno del 40% (a 68 anni con 38 anni di contributi).

Gli strumenti integrativi ancora non decollano. La previdenza complementare è ancora una semi-sconosciuta per gli Italiani.
La pensione integrativa è una prerogativa del 9,1% dei contribuenti. Per il resto, grande disinteresse, sfiducia e ignoranza in materia: l’80% degli Italiani interpellati non vuole aderire a un fondo pensione di categoria e il 13,7% non sa nemmeno cosa sia.

Stesso discorso per l’assicurazione sanitaria privata: il 78,4% non la vuole stipulare e il 14,4% non sa cosa sia. Il 78,5% non intende accendere un’assicurazione per la non autosufficienza e il 19,7% ne ignora l’esistenza.

A margine della presentazione del progetto, è emersa la necessità di un cambiamento nella ripartizione delle responsabilità tra intervento pubblico e oneri privati, familiari e individuali: «da parte del soggetto pubblico è necessario lo sviluppo di ulteriori incentivi fiscali mirati, per offrire ai cittadini migliori opportunità di adesione e sollecitare le imprese a mettere a punto prodotti più efficaci».

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