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Regime dei Minimi, autonomi in protesta

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 9 Febbraio 2015
Aggiornato 16 Febbraio 2015 09:40

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Autonomi, partite IVA e freelance protestano contro la riforma del Regime dei Minimi: ecco cosa chiedono a Renzi su Twitter.

Sulla riforma del Regime dei Minimi il governo Renzi ha promesso correttivi in arrivo, probabilmente con la delega fiscale. Intanto però le proteste non si fermano, viaggiando anche sui social. È il caso del movimento su Twitter animato dall’hashtag #refurtIVA (“Renzi restituisci la #refurtIVA”), lanciato da @actainrete, l’associazione dei lavoratori autonomi del terziario.

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L’iniziativa di protesta sul social network è nata dalla considerazione che il premier Matteo Renzi sia tra i politici più presenti su Twitter:

«Siamo tantissimi ora non ci puoi più ignorare».

Così tuona Actainrete, secondo la quale sono stati pubblicati oltre 3.500 tweet in meno di un’ora con l’hashtag #refurtIVA, i quali hanno generato 13 milioni di click. Quello contro cui protestano gli autonomi è l’aumento dell’aliquota della Gestione Separata INPS (dal 27,72% al 30,72%) e della tassazione per chi rientra nel Regime dei Minimi, che passa dal 5% al 15%, nonché le soglie di ricavi o compensi per l’accesso al nuovo regime forfettario.  Per freelance, autonomi e partite IVA si tratta di:

«Un vero e proprio furto ai danni delle partite IVA iscritte alla gestione separata dell’INPS, una sottrazione che è diventata sempre più insostenibile e che va tempestivamente arrestata». «Ribadiamo la necessità di bloccare l’aumento dei contributi previdenziali di freelance e professionisti iscritti alla gestione separata al 30,72%, che rappresenta un vero e proprio sopruso, la cui portata può essere colta se lo inquadriamo nel disastroso contesto che caratterizza il sistema pensionistico contributivo, rispetto al quale la gestione separata ha ulteriori elementi di svantaggio», spiegano l’Acta. «Siamo stati i primi a denunciare l’inadeguatezza del sistema previdenziale contributivo, costruito per assicurare l’equilibrio dell’INPS ma non per garantire una pensione sufficiente a sopravvivere».

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Senza considerare che si tratta di un aumento:

«Non giustificato perché i freelance iscritti alla Gestione Separata già nel 2014 versavano contributi con l’aliquota più alta in Italia». «Una vera beffa se si considera che è stato deciso per finanziare un sistema di garanzie (Aspi ora divenuto Naspi) da cui siamo esclusi», conclude l’Acta.