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Spesometro, istruzioni per l’uso

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 1 Giugno 2011
Aggiornato 19 Settembre 2013 14:27

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L'Agenzia delle Entrate ha chiarito le modalità d'uso, dal prossimo luglio, dello Spesometro: lo strumento del Fisco per contrastare l'evasione fiscale mediante un controllo incrociato dei redditi ci guarderà nelle tasche.

L’Agenzia delle Entrate ha fatto il punto sullo Spesometro, lo strumento di contrasto all’evasione fiscale che individua i contribuenti che presentano un rapporto sospetto tra redditto dichiarato e spese sostenute.

Novità dal prossimo luglio: con la circolare n. 24/E sono state chiarite le modalità di applicazione della procedura e fissato a 3.600 euro al lordo dell’IVA il limite per le operazioni senza obbligo di emissione fattura.

Confermato l’obbligo di comunicazione telematica tramite canali Fisconline o Entratel, o avvalendosi di intermediari abilitati in caso di operazioni (cessioni di beni e/o prestazioni di servizi) rilevanti ai fini IVA di importo superiore o uguale a 3 mila euro al netto dell’IVA.

Le comunicazioni dovranno pervenire entro il 31 ottobre 2011 per le operazioni di importo pari o superiore a 25mila euro al netto dell’IVA con obbligo di fatturazione, relative al periodo d’imposta 2010; entro il 30 aprile 2012 per le operazioni di importo pari o superiore a 3.000 euro con fattura (periodo d’imposta 2011) e per le operazioni di importo pari o superiore a 3.600 euro rese e ricevute dal 1° luglio 2011.

Da ricordare che non vengono richieste informazioni relativamente a importazioni, esportazioni per le quali sia prevista l’emissione della bolletta doganale, operazioni con soggetti black list, operazioni già segnalate all’Anagrafe tributaria, o effettuate nei confronti di contribuenti non soggetti passivi Iva se il pagamento è avvenuto con carte di credito, di debito o prepagate, o effettuate e ricevute in ambito comunitario, quindi monitorate attraverso i modelli Intra e il sistema VIES (Vat Information Exchange System), o passaggi interni di beni tra rami d’azienda.

Il mancato invio della comunicazione causa comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa che può andare da 258 a 2.065 euro. Eventuali rettifiche sono possibili, senza sanzioni, entro l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza.

 

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