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Renzi manda indietro la Riforma del Fisco

di Francesca Vinciarelli

5 Gennaio 2015 12:50

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Norma "salva-Berlusconi”, Renzi manda indietro la Riforma del Fisco per la necessaria revisione.

Per gettare acqua sul fuoco delle polemiche, il premier Matteo Renzi manda indietro il provvedimento di Riforma del Fisco che conterrebbe norme a favore di Silvio Berlusconi, accogliendo l’opposizione di M5S e Lega. Il caso della cosiddetta norma “salva-Berlusconi” si inserisce tra i bilanci dell’anno vecchio e le proposizioni per il 2015. Per questo motivo il premier Matteo Renzi tenta di ripristinare la quiete, anche pubblica, facendo tornare il testo dei decreti delegati sul Fisco in Consiglio dei Ministri per la necessaria revisione.

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In questo modo si dovrebbero affievolire le polemiche dovute alla presenza, all’interno del provvedimento, di una norma che potrebbe cancellare la condanna dell’ex premier nel processo Mediaset, ridandogli la possibilità di candidarsi nuovamente. Nello specifico, nel decreto attuativo della delega fiscale sarebbe presente l’articolo 19 bis che prevede l’esclusione della punibilità:

“quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato”.

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Di conseguenza, secondo alcuni giuristi, il leader di Forza Italia potrebbe ricandidarsi in quanto condannato per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2% dell’imponibile di Mediaset. Berlusconi potrebbe chiedere la cancellazione della condanna e dei sei anni di incandidabilità. Ad ogni modo rimangono forti le critiche dell’opposizione, che hanno fortemente spinto per la revisione del testo, in primis quelle di M5S e Lega insieme alla minoranza Dem. La svista era stata apostrofata come

«un regalo al Cavaliere previsto dal patto del Nazareno».

Diretto anche il premier Renzi, che assicura:

«il nostro Governo non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all’interesse di tutti i cittadini».

Palazzo Chigi e confidente che

«di tutto abbiamo bisogno tranne che dell’ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere».