L’IMU agricola sui terreni montani, su cui è stata abolita retroattivamente l’esenzione integrale, è rimandata a giugno 2015: i proprietari non dovranno più pagarla in un’unica soluzione entro il 16 dicembre. Il provvedimento ufficiale non è ancora arrivato ma è stato annunciato dal Governo, in considerazione dei tempi eccessivamente stretti e della complicazione interpretativa della nuova formulazione dell’esenzione.
=> Esenzione IMU agricola terreni montani
La nuova norma
La proroga è stata annunciata dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, secondo cui il rinvio arriverà con un decreto ad hoc oppure con un emendamento alla Legge di Stabilità. La questione riguarda il DM Economia del 28 novembre 2014, in attuazione di quanto previsto dal Decreto Competitività (articolo 22, comma 2, Dl 66/2014).
La norma che si vuole rinviare introduce nuove regole retroattive per l’esenzione IMU sui terreni agricoli montani, limitandola ai Comuni sopra i 601 metri di altitudine o sopra i 281 metri se posseduti da agricoltori diretti o imprenditori agricoli professionali. Tutti gli altri, che non hanno pagato l’acconto di giugno perché in base alla vecchia legge erano esenti, ora sono chiamati alla cassa.
Il rinvio
Visti i tempi strettissimi (dovrebbero versare l’IMU entro il 16 dicembre, in un’unica soluzione comprensiva di acconto e saldo, sulla base di un decreto di fine novembre) e le svariate proteste arrivate da associazioni di categoria ed enti locali, il Governo annuncia che il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani slitta a giugno 2015 (con l’acconto dell’anno prossimo, evidentemente).
Le aliquote
Bisogna attendere il provvedimento per capire se nel giugno prossimo bisognerà pagare anche l’IMU 2014, e quali saranno le aliquote da applicare. Anche su questo fronte, infatti, ci sono dubbi interpretativi: bisogna pagare con aliquota ordinaria dello 076% o con quella eventualmente stabilita dalla delibera comunale per i terreni? Come ci si comporta nel caso in cui la delibera preveda un’esenzione con regole diverse d a quella della norma statale?
Le criticità
Le associazioni di categoria chiedono che vengano modificati anche i criteri previsti dal decreto. Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori):
«il criterio altimetrico non può essere l’unico parametro di riferimento, ci sono fattori economici e ambientali che devono essere presi in considerazione, a partire dai territori colpiti dagli effetti disastrosi del maltempo e del dissesto idrogeologico».
Coldiretti sottolinea poi che:
«far pagare l’IMU sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario”, ha denunciato l’associazione».