Con l’Italia alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea cade, dopo 15 anni, il segreto bancario nell’UE. L’obiettivo è di contrastare l’evasione fiscale transfrontaliera e di migliorare l’efficienza della riscossione delle imposte. Più in dettaglio il Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione Europea (Ecofin) ha stabilito un nuovo standard globale, elaborato dall’OCSE e approvato dal G20 lo scorso 21 settembre, per lo scambio automatico di informazioni in ambito comunitario.
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Si tratta di una revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa in materia di fiscalità diretta (2011/16/UE) che estende il campo di applicazione dello scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali. Un accordo politico secondo il quale le Amministrazioni Tributarie dei 28 Paesi dell’Unione si scambieranno automaticamente le informazioni sulle attività finanziarie detenute dai cittadini di uno Stato Membro presso istituzioni finanziarie degli altri Paesi appartenenti all’UE.
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Lo scambio automatico di informazioni, così definito, sarà operativo a decorrere dal 2017, tranne per l’Austria che ha chiesto un periodo di transizione supplementare per un massimo di un anno. Si stima che l’iniziativa possa fruttare ben 2,5 miliardi di euro di gettito annuo nel mercato continentale.
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Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in qualità di attuale presidente dell’Ecofin, commentando l’accordo, ha dichiarato:
«Oggi abbiamo fatto un passo importante verso una maggiore trasparenza che segna la fine del segreto bancario in materia fiscale nell’Unione Europea».
Per maggiori informazioni: Comunicato stampa Consiglio Ecofin – Fine del segreto bancario in Europa.