Impennata delle domande da parte delle imprese che vogliono certificare i crediti vantati verso una pubblica amministrazione per poi incassare dalla banca il relativo importo. L’accelerazione è determinata anche dalla notifica di Palazzo Chigi alle imprese: per ottenere il saldo dei pagamenti PA attraverso la cessione alle banche con la formula del pro soluto, con garanzia dello Stato (dl 66/2014, convertito con la legge 89/2014) o la compensazione con debiti fiscali è necessario prima registrarsi sulla piattaforma e ottenere la certificazione del credito.
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Crediti certificabili
La possibilità riguarda il rimborso dei debiti di parte corrente della PA per somministrazioni, forniture, appalti, prestazioni professionali, che devono essere «certi, liquidi ed esigibili».In base ai dati aggiornati al 24 settembre, si sono registrate sulla piattaforma 16.493 imprese che hanno presentato 59.621 istanze. Nella settimana dal 15 al 22 settembre, c’è stato un picco, con circa 2mila richieste in più. La scadenzaper la domanda di certificazione dei crediti vantati al 31 dicembre 2013 è stata rimandata al 31 ottobre 2014 dal Decreto Competitività (articolo 22, comma 7-bis, lettera a, Dl 91/2014, convertito con la legge 116/2014).
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Domanda di certificazione
Se dopo aver inoltrato la richiesta di certificazione la PA non risponde entro 30 giorni, il creditore può chiedere all’Ufficio centrale di bilancio o alla Ragioneria territoriale dello Stato che sia nominato un commissario ad acta per risolvere, nei tempi più rapidi possibili, la situazione. Una volta ottenuta la certificazione, il creditore può:
- spettare che la PA paghi nei termini stabiliti
- cedere il credito ad una banca
- chiedere che sia utilizzato in compensazione di debiti fiscali.
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Rimborsi effettuati
Per quanto riguarda la restituzione del debito PA, i dati ministeriali al 23 settembre indicano che sono stati messi a disposizione degli enti debitori 38,4 miliardi, di cui 31,3 miliardi già pagati ai creditori, ovvero alle imprese.