Un vero e proprio coro di proteste quello sul rinvio TASI a doppio binario (solo per gli immobili che nei Comuni che non deliberano le nuove aliquote entro fine maggio), persino con ipotesi di incostituzionalità: il Comune di Varese ha approvato un ordine del giorno in cui si chiede alla Regione Lombardia di inoltrare richiesta alla Corte Costituzionale per sollevare, la questione di incostituzionalità: la TASI, così com’è, non rispetta il principio di capacità contributiva previsto dall’articolo 53 della Costituzione.
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Secondo il Codacons:
«la situazione determinatasi a causa delle incapacità delle amministrazioni locali e centrale, è quella per cui alcuni contribuenti saranno chiamati a pagare la TASI entro il 16 giugno, altri a settembre, senza alcun valido motivo che giustifichi tale differenza, dal momento che i Comuni hanno avuto il tempo necessario per deliberare le aliquote. Un simile provvedimento viola poi la Costituzione, che all’articolo 3 sancisce l’assoluta uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge».
L’Adusbef parla di «dilettanti allo sbaraglio» e definisce la scelta di fiscalità differenziata «una beffa»:
«i residenti nei Comuni ligi alla legge dovranno pagare prima degli altri, mentre i cittadini degli enti che hanno rinviato il problema vengono “premiati” con quattro mesi di proroga, con una disparità di trattamento fiscale in aperto contrasto con lo Statuto del contribuente, messo sotto i piedi dai Governi di turno».
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Alla luce di tutto ciò, le PMI di Rete Imprese Italia chiedono che l’acconto venga rinviato per tutti ritenendo che «l’intenzione del Governo di intervenire per prorogare la scadenza di pagamento della prima rata della TASI per i soli Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato, sebbene eviti di far pagare acconti quando il tributo non è dovuto», non risolva «le difficoltà connesse al calcolo ed al versamento dell’imposta da effettuarsi in pochi giorni lavorativi». In conclusione:
«la mancanza di una proroga generalizzata del pagamento della prima rata TASI denota una grave sottovalutazione, da parte del Governo, dei problemi gravanti su cittadini, imprese e su tutti gli operatori professionali che li assistono in fase di prima applicazione della nuova imposta TASI».
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolinea che:
«la decisione di prorogare il versamento della prima rata solo per i Comuni che non hanno deliberato entro il termine, non accoglie, certo, le richieste del mondo delle imprese che chiedeva una proroga generalizzata» anche perché a questo punto «l’applicazione della TASI, oltre a rappresentare un consistente incremento di tassazione che le imprese stremate da una crisi che sembra non finire mai avranno difficoltà a sostenere, rappresenta in termini di adempimenti un vero e proprio groviglio che poteva e doveva essere evitato».
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Tutto il contrario di quello che dovebbe succedere «in un’economia ancora in convalescenza» in cui «le imprese hanno invece bisogno di condizioni che assicurino crescita ma anche certezza del diritto e maggiore semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti».