La crisi economica del 2009 ha colpito le imprese italiane, tanto che la maggioranza (oltre il 60%) delle Pmi ha iniziato il 2010 con un bilancio passivo. Secondo uno studio Iperion, infatti, meno del 40% delle piccole e medie imprese con fatturato tra 500mila e 50 milioni di euro ha chiuso il 2009 con un bilancio in attivo.
L’indagine a campione, condotta in occasione del premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa” e promossa dalle Camere di Commercio di Milano e di Monza Brianza, ha viste coinvolte circa 325mila Pmi italiane.
Sul 12,1% di esse (39.351 imprese), grava un indebitamento superiore al patrimonio netto.
La Lombardia, oltre a vantare la percentuale più alta di imprese in Italia, registra anche il maggiore numero di aziende (37.899) che hanno chiuso in utile l’esercizio 2009, seguita dall’Emilia Romagna (13.801) e dal Lazio (13.730).
In percentuale, rispetto al totale del proprio territorio, invece, la prima in classifica risulta essere la Valle d’Aosta con il 60,8% di imprese (353 su 580) con bilancio attivo. Seguono Trentino Alto Adige (54,8%, 3.311 su 6.032) e Lombardia (46%, 37.899 su 82.322).
A dispetto dei dati rilevati, gli esperti del settore sono comunque convinti che la piccola e media impresa italiana abbia continuato, nonostante le difficoltà, a credere nelle opportunità derivanti dalla diversificazione della produzione e dall’esplorazione dei nuovi mercati.