Integrare il canone RAI con la bolletta elettrica? Il Governo ha subito smentito sopo il polverone subito sollevatosi appena la notizia si è diffusa come un tam-tam in rete, ma secondo i bene informati l’idea c’era e come. Se la cose proposta venisse davvero a concretizzarsi, il governo Renzi potrebbe recuperare 300 milioni di euro (che potenzialmente potrebbero arrivare fino a 600 milioni di euro), un modo in più per coprire l’attesa misura di taglio del cuneo fiscale, operativamente attuata tramite una ulteriore detrazione IRPEF da 80 euro in più in busta paga.
Chi dovrebbe pagare
In sostanza l’idea di base sarebbe quella di modificare le attuali regole (art. 1 del Regio Decreto Legge del 21/02/1938 n. 246) – che definiscono chi deve pagare e chi no – legando l’imposta non più alla detenzione di apparecchi adatti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, ma al consumo di energia elettrica o alla composizione del del nucleo familiare.
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In questo modo sarebbero chiamati a versare il tributo anche coloro che ora ne sono esonerati: attualmente sono esclusi dal pagamento del canone RAI coloro che sono in possesso di PC senza sintonizzatore TV, monitor per computer, casse acustiche e videocitofoni. Sono inoltre esenti anche coloro che hanno compiuto 75 anni entro il termine di pagamento, non convivono con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio, o possiedono un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente non superiore complessivamente a 6.713,98 euro annui.
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Previsioni di gettito
L’obiettivo sarebbe duplice: da una parte trovare la copertura per gli sgravi fiscali previsti per i redditi fino a 25 mila euro, dall’altra mettere un freno all’evasione del canone RAI. Metà del gettito (150 milioni di euro) andrebbe al Tesoro e l’altra metà alla RAI. In più sembra che allo studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze ci sia anche una trattenuta pari al 10% degli 1,7 miliardi di gettito del canone pagato dal 68,7% dei nuclei (16 milioni e mezzo). A prevedere questa soluzione sembra sia stato il commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli.
Per ora però non c’è niente di ufficiale, anzi da Palazzo Chigi arriva la smentita, dichiarando che non c’è alcun intervento in previsione:
«è un’eventualità non prevista e di una notizia destituita di fondamento».
Staremo a vedere a margine del consiglio dei ministri, che secondo alcune voci conterrebbe a sorpresa nell’ordine del giorno anche questa misura volta a sostenere la copertura finanziaria del taglio del costo del lavoro per i dipendenti. Ulteriori informazioni e casi particolari sono consultabili sul sito RAI.