Le linee guida per la riduzione del cuneo fiscale presentate da Matteo Renzi durante l’ultimo Consiglio dei Ministri prevedono nuove detrazioni fiscali per i redditi dei lavoratori dipendenti, che dovrebbero ammontare fino a 1.000 euro netti l’anno in busta paga per redditi inferiori a 15 mila euro (oltre 2 milioni di lavoratori), pari a un incremento medio di 70-80 euro netti al mese. Le risorse in campo ammontano a 10 miliardi di euro, a copertura dei redditi fino a 25 mila euro l’anno, scaglione entro il quale rientrano circa dieci milioni di dipendenti.
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Calcolo della nuova detrazione
Per cuneo fiscale si intende la differenza fra costo del lavoro sostenuto dall’impresa e retribuzione netta del lavoratore: è calcolato partendo dalle imposte e dai contributi versati dal datore di lavoro o dal dipendente. Il piano Renzi prevede un intervento solo a favore dei lavoratori (e non sugli oneri a carico delle imprese). Avendo il governo fornito soltanto una “informativa”, non è chiaro su quale componente del cuneo andrà a incidere l’aumento in buste paga, su cui – a carico dei dipendenti – gravano due tipologie di contributi: previdenziali e assicurativi. Sulla retribuzione al netto dei contributi di propria competenza, dunque, i lavoratori pagano l’imposta sui redditi (IRPEF) in maniera progressiva con il crescere del reddito:
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Quello che sembra probabile, pertanto, è un’azione sulla componente fiscale del cuneo, ovvero di una maggiore detrazione IRPEF piuttosto che sui contributi (previdenziali, assicurativi, assistenziali). Per quanto riguarda la componente fiscale a carico del datore di lavoro (IRAP) sembra previsto un taglio di dieci punti percentuali per un valore totale di 2,4 miliardi di euro, misura finanziata dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (dal 20% al 26%) ad esclusione dei BOT (la cui aliquota resta al 12,5%).
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Tempistiche
Il tutto scatterà per gli stipendi maturati a partire dal primo maggio, assicura Renzi il quale garantisce anche che, in attesa del provvedimento attuativo, non ci sarà alcun aumento delle tasse per finanziare queste misure. I 10 miliardi menzionati derivano interamente da risparmi della spending review e da altre poste di bilancio legate agli andamenti macro-economici.