Il nuovo Governo sembra favorevole ad un aumento della tassazione delle rendite finanziarie, pur rimanendo cauto sul trattamento fiscale applicato ai BOT. A confermarlo sono le parole stesse del presidente del Consiglio, Matteo Renzi: «c’è spazio per un aumento delle rendite finanziarie, non direi sui BOT».
Pro e contro
Lo scopo dell’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie sarebbe quello di ridurre il costo del lavoro, visto che «l’Italia ha la tassazione sul lavoro più alta d’Europa e ha una tassazione sulle rendite finanziarie tra le più basse», ha dichiarato Renzi. I dubbi sull’aumento delle aliquote sui BOT derivano però da una affermazione fatta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: «se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in BOT non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute»; per poi fare marcia indietro e affermare: «né io né nessuno ha mai detto che tasseremo i BOT. Stiamo facendo una grande operazione di riduzione fiscale su lavoratori e imprese, se in questo ambito eleveremo la tassazione delle rendite finanziarie a livello europeo non credo sia uno scandalo. Ma l’intervento riguarderà solo i grandi risparmiatori, non le vecchiette con pochi BOT».
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In linea anche le dichiarazioni dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi: «non è prevista né ci sarà alcuna nuova tassa. L’orizzonte del Governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro. Un tema che sarà illustrato domani dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso del suo intervento in Parlamento per il voto di fiducia».