Mentre i dati conferiscono ancora una volta la maglia nera alla PA italiana in termini di efficienza, il Tesoro annuncia un’altra trance da 20 miliardi di euro per saldare i debiti della PA arretrati. A rendere noto il via alle procedure per l’impiego di altri 19.725 milioni di euro per il 2014 è stata una nota del Ministero dell’Economia e Finanze con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale alle imprese italiane, in crisi per il continuo ritardo nei pagamenti dalle PA che costano in media 7.000 euro all’anno (dati Cgia Mestre). Quelli che verranno saldati sono gli obblighi commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012, ovvero i debiti accumulati dalla PA fino a tale termine.
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Debiti PA saldati
Le risorse stanziate finora sono state già utilizzate in larga parte: con i 27 miliardi messi a disposizione delle PA sono stati pagati 24,5 miliardi di debiti nei confronti delle imprese. «Le risorse messe a disposizione degli enti debitori della PA per il pagamento nel 2013 di debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012, nella misura di 27 miliardi sono stati in larga misura assorbiti e utilizzati per il pagamento dei creditori, con una coda nell’anno in corso», spiega il MEF, «il divario tra risorse rese disponibili e risorse stanziate è dovuto agli adempimenti non ancora completati dagli enti debitori per ottenere quanto richiesto in origine». In generale «le risorse messe a disposizione sono già state utilizzate per soddisfare i creditori finali nella misura di 22,4 miliardi (82% delle risorse stanziate, 92% delle risorse erogate agli enti)», in più «alcuni enti stanno smaltendo i numerosi pagamenti arretrati grazie alle risorse della seconda tranche del 2013 (DL 102/2013); alcune Regioni non hanno ancora acquisito integralmente le risorse messe a loro disposizione fin dalla prima tranche (DL 35/2013) per 2,2 miliardi».
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Efficienza PA: Italia VS Europa
Secondo l’ultima analisi, basata su una dozzina di indicatori, dell’ufficio studi della Cgia di Mestre nella classifica generale sugli Stati europei dove è più semplice fare impresa l’Italia si posiziona al 15esimo posto (65esimo a livello mondiale), soprattutto per colpa dell’eccessivo peso della burocrazia e dei ritardi nei pagamenti dalla PA. La nostra Pubblica Amministrazione risulta inoltre tra le meno efficienti dei 17 Paesi dell’eurozona, seguita solo da Grecia e Malta. Guidano la classifica Finlandia, Irlanda e Germania. «Al sistema delle piccole e medie imprese, che costituisce il 99,9 per cento del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi di euro all’anno. Per ciascuna di queste PMI si stima che il peso economico medio sia pari a circa 7.000 euro. Tali costi penalizzano di più le piccolissime imprese rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Ricordo, ad esempio, che il 74% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: pertanto, la gestione degli adempimenti burocratici viene svolta direttamente dal piccolo imprenditore, che, in alternativa, si deve rivolgere a un libero professionista o ad una Associazione. Sia chiaro, parte della burocrazia è ineliminabile, utile e indispensabile; tuttavia è necessario avviare una riforma della nostra Pubblica Amministrazione per renderla più snella, più efficiente e meno costosa», ha commentato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi. (Fonte: Comunicato MEF; Rapporto della Cgia Mestre).