Dure le critiche al Governo per quanto riguarda la mini-IMU, tra le varie possibilità per evitarla si ipotizzava anche l’aumento dell’acconto IVA, ma questa strada non sembra sia percorribile, l’aumento IVA ha infatti già gravato di molto le spese per cittadini e imprese. La copertura trovata per l’abolizione della seconda rata IMU riguarda infatti la sola aliquota standard e questo ha lasciato delle lacune nel bilancio dei Comuni che l’avevano innalzata. Al momento è stato deciso che questa differenza debba essere pagata al 40% dai contribuenti entro gennaio, generando un diffuso malcontento. Ora però sembra che l’Esecutivo stia cercando una soluzione per evitare la mini-IMU, tentando di trovare l’ulteriore copertura di 200 milioni di euro. Aumentare l’acconto IVA sembrava una possibilità, ma il MEF non la ritiene una soluzione tecnicamente non percorribile. In ogni caso, dichiara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, c’è ancora tempo per correggere la norma in Parlamento per fare in modo che, qualora resti il prelievo definito “limitatissimo”, vengano tutelate alcune categorie di cittadini. La via più probabile sembra quella di aggiungere un ulteriore mini-sconto, ad esempio per i proprietari di prime case con rendite molto basse.
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