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IRPEF, IRES e IMU trainano le entrate erariali e locali

di Noemi Ricci

17 Settembre 2013 09:45

Il Rapporto del Dipartimento delle Finanze sulle entrate tributarie e contributive incassate da Stato ed Enti locali nel periodo gennaio-luglio 2013.

Nei primi sette mesi 2013 le entrate tributarie e contributive hanno fatto incassare 4.748 milioni di euro in più del 2012 (+1,9%). A rivelarlo è il Dipartimento delle Finanze (Ministero dell’Economia),  che ha diffuso l’ultimo Rapporto sulle entrate tributarie e contributive in base alle rilevazioni gennaio-luglio 2013, redatto assieme al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e che, come spiega una nota del MEF: «oltre alle entrate tributarie del bilancio dello Stato, prende in considerazione anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive, integrando così il dato anticipato con la nota tecnica del 5 settembre relativo alle sole entrate tributarie erariali (+1,2%)» (Tasse: sconti e rincari 2013 e 2014)

Entrate contributive

Nei primi sette mesi del 2012, in termini di cassa, le sole entrate contributive erano invece maggiori (+0,9% rispetto al 2013). In merito va però ricordato che in quel periodo nel 2012, l’INPS aveva registrato un incasso straordinario per il recupero di crediti già cartolarizzati, escludendo tale incasso di oltre 900 milioni di euro i contributi versati quest’anno risultano sostanzialmente in linea con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente.

Entrate tributarie

Per quanto riguarda le entrate tributarie, il bilancio dello Stato fa registrare +2.770 milioni di euro (-1,2% appunto), mentre l’incremento più significativo lo fanno registrare le entrate locali, aumentate del +10,7% (2.909 milioni di euro) e i ruoli incassati +7,2% (287 milioni di euro).

Bilancio dello Stato

In totale nei primi sette mesi dell’anno le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica sono state di 234.703 milioni di euro, trainate soprattutto dalle imposte versate in autoliquidazione. Le imposte dirette ammontano a 133.052 milioni di euro (+6.003 milioni di euro pari al +4,7%), tra queste:

  • il gettito IRPEF è stato di 97.212 milioni di euro (+1.059 milioni di euro, pari al +1,1%) forte soprattutto delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente del settore pubblico e redditi da pensione (+3,8%);
  • cresce anche l’IRES con un gettito di 17.292 milioni di euro (+1.965 milioni di euro, pari a +12,8%) per effetto dei versamenti in autoliquidazione;
  • 196 milioni di euro sono arrivati allo Stato con i versamenti dell’IMU per la sola quota destinata all’erario ai sensi del D.L. 201/2011, più altri 1.833 milioni di euro derivanti dall’IMU sugli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D (scopri le nuove tasse sugli immobili).

Le imposte indirette sono state pari a 101.651 milioni di euro (-3.233 milioni di euro, pari al -3,1%). Nel Rapporto sono disponibili anche i dati relativi agli incassi IVA sugli scambi interni: +0,5% rispetto al periodo gennaio-giugno, a giugno si è registrato un incremento del +4,5% pari a +291 milioni di euro e a luglio del +1,2% (84 milioni di euro) rispetto agli stessi mesi del 2012.

Bilanci locali

La crescita delle entrate locali si poggia soprattutto sulle addizionali IRPEF, regionale (+159 milioni di euro, +2,9%) e comunale (+362 milioni di euro, +22,6%). Risultato che va a sommarsi con quello ottenuto dall’IMU, per la quota di spettanza comunale, con un gettito di 1.583 milioni di euro pari a +1.90 1 milioni di euro (+33,5%). In generale per quanto riguarda l’IMU, per poter effettuare un confronto omogeneo rispetto al gettito del 2012, è necessario tenere conto della cancellazione dell’imposta per prime case e agricoltura, sia per quanto concerne la quota riservata allo Stato che per quella relativa ai Comuni.

Confronto internazionale

Sul sito del DEF è altresì possibile consultare anche il Report delle entrate tributarie internazionali dello stesso periodo elaborato sulla base dei dati forniti dai “Bollettini mensili” di Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna per confrontarli con quelli italiani. Per maggiori informazioni consulta il Rapporto del DEF