Redditometro: ecco le istruzioni per l’accertamento sintetico del reddito

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 1 Agosto 2013
Aggiornato 6 Agosto 2013 09:41

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Ecco le istruzioni sul nuovo Redditometro 2013: si parte dalle dichiarazioni dei redditi 2010 e solo con le spese certe, le medie ISTAT entreranno in gioco dopo, tolleranza fino al 20% di scostamento: le linee guida dell'Agenzia delle Entrate.

Con la circolare omnibus 24/E, l’Agenzia delle Entrate ha fornito nuove istruzioni operative sul Redditometro, lo strumento del Fisco per l’accertamento sintetico che, nella prima fase, non terrà conto delle medie ISTAT ma solo delle spese certe e già note all’Amministrazione finanziaria, perché comunicate all’Anagrafe Tributaria: le medie ISTAT verranno prese in considerazione in un secondo momento. Previsto, inoltre, un doppio contraddittorio con il contribuente e criteri di scelta del Fisco sui contribuenti da sottoporre a verifica basati sull’analisi del rischio evasione. => Leggi di più sul Redditometro L’Agenzia rassicura: saranno selezionati coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa, «la prima garanzia della corretta ed efficace applicazione del nuovo strumento di accertamento è costituita da un’attenta attività di analisi che porta all’individuazione delle posizioni a maggior rischio evasione». Rimane ferma la tolleranza di scostamenti fino al 20% tra capacità di spesa desunta e reddito dichiarato. I redditi che verranno verificati sono quelli risultanti dalle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2009, ovvero da UNICO 2010 o modello 730 2010. Tra le voci di spesa analizzate, perché già in possesso del Fisco, ci sono: le spese certe, ovvero quelle presenti in Anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi; le spese per elementi certi, come potenza delle auto, lunghezza delle barche o analisi sul costo di manutenzione di beni presenti in Anagrafe quali abitazioni e mezzi di trasporto; la quota relativa agli incrementi patrimoniali; la quota del risparmio formatasi nell’anno. In questo modo, si legge nella circolare, viene valorizzato «il vasto patrimonio informativo disponibile nell’Anagrafe Tributaria arricchito, tra l’altro, recentemente, dai dati provenienti dalla comunicazione telematica all’Agenzia delle operazioni rilevanti ai fini dell’IVA effettuate nei confronti del consumatore finale». La circolare fornisce infine indicazione sulle prove che il contribuente può fornire per dimostrare la correttezza della propria posizione fiscale. Per maggiori informazioni leggi la circolare 24/E