Il rinvio della TARES a dicembre, quando scatteranno gli aumenti di 30 centesimi al metro quadro, non placa le polemiche riguardo la pressione fiscale che pesa sulle imprese, che tra giugno e luglio dovranno versare la prima rata IMU e provvedere all’autoliquidazione IRPEF, oltre a pagare l’iscrizione alla Camera di Commercio.
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Le imprese venete, secondo quanto annunciato dal segretario della Cisl Franca Porto, minacciano di ricorrere all’obiezione fiscale adottando una forma di protesta non violenta contro la TARES, condivisa anche dal leader di Confartigianato Giuseppe Sbalchiero.
«La TARES è la tassa più iniqua che esista, ma più che minacciare l’obiezione fiscale, qui c’è da prendere atto della dura realtà: al 99% le nostre aziende non avranno neanche i soldi per pagarla perché siamo di fronte ad un’emorragia continua, che non riusciamo più a fermare. E la politica, che dice di amare e considerare sacre le imprese, è sempre più lontana».
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Questo il commento di Massimo Zanon, presidente di Confcommercio, mentre il vice presidente di ANCI Veneto sottolinea come la nuova tassa debba essere rinviata al 2014 e come i vantaggi per i Comuni siano praticamente nulli. Per il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi le imprese nazionali dovranno affrontare un vero e proprio “stress test” all’inizio dell’estate:
«L’accavallarsi di scadenze fiscali e contributive rischia di spingere moltissime imprese fuori dal mercato. Si deve costituire in fretta un governo, così da affrontare al più presto le molte emergenze economiche sul tappeto, dalla TARES all’IMU sui capannoni, passando per l’innalzamento dell’IVA dal 21 al 22%».