Gli abitanti della Campania sborseranno importi record di TARES, la nuova tassa in arrivo in primavera che sostituirà TARSU e TIA, valida per i rifiuti e i servizi comunali. Secondo i dati elaborati dall’A.N.CO.T., Associazione Nazionale Consulenti Tributari, si parla di tariffe fino a oltre 160 euro, considerando 3,9 euro di TIA e 156,9 euro di TARSU.
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La quota pro capite media in Italia è invece pari a 95,4 euro, mentre tra le Regioni nelle quali la TARES sarà più cara, dopo la Campania, figurano la Sardegna, l’Abruzzo, la Puglia e il Piemonte. Le ultime in classifica sono, invece, Emilia Romagna, Venero e Trentino Alto Adige.
Il presidente nazionale dell’A.N.CO.T., Arvedo Marinelli, ha focalizzato l’attenzione sui rincari per le imprese.
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«La Tares cambierà radicalmente quelli che erano gli importi relativi sia alla TIA e sia alla TARSU. Se da un lato la nuova imposta appare in linea con una logica europea in base alla quale paga di più chi produce più rifiuti nel contempo appare come un importante passo in avanti verso l’attuazione del federalismo fiscale. È ovvio che tale imposta, soprattutto in questa delicata fase congiunturale ancora caratterizzata da una difficilissima crisi economica metterà ancora di più a dura prova i bilanci delle famiglie e delle aziende. Tra queste ultime gli aumenti potranno essere anche superiori al 50% rispetto a quanto pagavano per la TARSU e soprattutto quelle che operano nei settori dell’ortofrutta, bar mense e ristoranti.»