Continuano le conferme sul peso dell’IMU sulle imprese italiane: il nuovo allarme arriva dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori). L’IMU aiuta il Governo a fare cassa ma per le imprese, soprattutto agricole, è un salasso.
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Un macigno, quello rappresentato dall’IMU su beni strumentali, fabbricati rurali e terreni agricoli, che va ad aggiungersi alla crisi economica e al conseguente taglio del PIL (-2,5% nel 2012), per non parlare della disoccupazione a livelli record aggravata dalla chiusura di migliaia di aziende solo nel settore agricolo.
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Fortemente preoccupato il presidente della Cia, Giuseppe Politi, per un quadro che promette solo peggioramenti.
«In varie occasioni abbiamo sostenuto che la linea di rigore in questo particolare frangente è opportuna. Questo, però, non vuole dire che le politiche vanno basate unicamente sui tagli e sull’inasprimento fiscale per imprese e famiglie. L’IMU si sta dimostrando un’imposizione gravosa e in moltissimi casi ingiusta. Un esempio su tutti: la tassazione di beni strumentali, quindi indispensabili per il lavoro, come i fabbricati rurali e i terreni agricoli», ha dichiarato il presidente della Cia.
«C’è l’urgenza di mettere in moto politiche nuove che, pur rispettando il rigore nei conti pubblici come richiesto dall’Ue, consentano al mondo imprenditoriale, compresa l’agricoltura, di riprendere a produrre, a creare occasioni di lavoro, a rilanciare la competitività sui mercati», ha concluso Politi.