Chiesa ed Enti no profit pagheranno l’IMU, il Governo fa retromarcia ancora una volta per volere dello stesso premier Mario Monti: saranno obbligati al pagamento dell’imposta municipale propria, introdotta dal Decreto Salva Italia, gli Enti che esercitano attività commerciali anche parzialmente, e/o richiedono un contributo agli utenti.
IMU e No Profit
Vengono reintrodotte le norme che il Consiglio di Stato aveva bocciato, ritenendo la disposizione (contenuta nell’articolo 91 bis, comma 3, del decreto legge n. 1 del 2012, convertito in legge n. 27 del 2012), andasse oltre le competenze del Governo andando a compiere scelte «in assenza di criteri atti a specificare la natura non commerciale di un’attività»:
=> Leggi le motivazioni della bocciatura per l’IMU al No Profit
La Commissione Europea ha invece richiamato l’Italia, imponendo al Governo di far pagare organizzazioni ed enti non profit che possiedono immobili adibiti ad uso commerciale l’imposta comunale IMU e gli arretrati ICI dal 2006 (vedi le richieste UE sull’IMU in Italia).
Pertanto, Monti ha bloccato l‘emendamento al D.g.l.s. per la conversione del decreto sugli Enti locali (DL 174/2012) – presentato dall’onorevole Gabriele Toccafondi – che prevedeva l’inclusione degli Enti no profit nelle esenzioni IMU. Il timore sembra essere quello di ricevere pesanti sanzioni per aver agevolato in maniera discriminatoria la Chiesa, ma finendo così anche per penalizzare il No Profit:
=> Leggi le dichiarazioni del MEF sull’IMU alla Chiesa
Il nuovo emendamento del Governo cancella in pratica il precedente, e torna ad imporre il pagamento IMU a Chiesa e No Profit, votato da tutte le forze politiche, esclusi Pdl, Lega e Radicali.
Gabriele Toccafondi si affida ora alle promesse del Governo: «che la modifica nella legge serva ad accontentare l’Europa, mentre nel regolamento e nelle ulteriori circolari che specificheranno i termini dell’imposta si tenga conto delle necessità delle organizzazioni senza fine di lucro». «Presenteremo un ordine del giorno in aula per mettere la questione nero su bianco», ha concluso l’onorevole.
Esenzioni IMU
Appurato che Chiesa e No Profit debbano pagare l’IMU per le parti di immobili destinate a iniziative commerciali, è necessario definire i margini entro cui un’attività viene definita “commerciale”.
Tuttavia non sempre è semplice stabilire una distinzione tra parti di immobile come previsto dal DL Liberalizzazioni, il quale prevede l’esenzione per le sole parti in cui si svolgono attività senza scopo di lucro in caso di uso misto.
L’assenza di direttive chiare per qualificare un’attività come “commerciale” o “senza scopo di lucro” era stata una delle motivazioni della bocciatura del CdS. Ora dunque, nel disegno di legge sulla finanza e il funzionamento degli Enti locali, questo punto dovrà essere definito in maniera puntuale, risolvendo così anche l’altra obiezione: quella di “eccesso di competenza”.