Sull’IMU continua il braccio di ferro tra Comuni e Governo, con i primi che lamentano differenze sostanziali tra le entrate della vecchia ICI e quelle della nuova imposta municipale unica introdotta con la manovra finanziaria Monti.
L’IMU dovrebbe servire ai Comuni per fare cassa, ma per alcune realtà locali, soprattutto del Sud d’Italia l’introduzione della nuova imposta comporterà una diminuzione delle risorse fiscali.
Secondo il presidente dell’ANCI, Graziano Delrio «a conti fatti i Comuni otterranno dall’IMU il 25-30% in meno di quello che incassavano con l’ICI», percentuale che in alcuni casi potrebbe raggiungere quota 50%, secondo le stime dell’IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’ANCI).
La colpa sarebbe del meccanismo che impone ai Comuni di versare allo Stato la metà delle risorse IMU sugli immobili diversi dalla prima casa. Così nelle zone dove le rendite catastali sono più basse le casse dei Comuni risentiranno dell’arrivo dell’IMU.
Ad esempio in zone come Catania e Reggio Calabria si parla di un -40%, una situazione ben diversa da quella vissuta a Roma dove l’introito arriverà a superare il miliardo di euro, contro i 650 milioni di euro arrivati nel 2010 con l’ICI e all’aumento del 65,5% di Padova, dove si passerà dai 50 milioni derivanti dalla vecchia ICI agli 83 dell’IMU.