Cambiano le regole per le ispezioni in azienda nell’ottica della semplificazione amministrativa: alle imprese verranno infatti chiesti meno documenti, o meglio queste non dovranno più fornire agli organi di vigilanza documenti già in possesso dalla PA e acquisibili nei sui archivi, DURC compreso.
Grazie ad una intesa siglata tra Consulenti del Lavoro e Ministero del Welfare, si concretizza una importante semplificazione per le imprese, che renderà meno macchinosa l’attività burocratica gestione dei documenti e, al contempo, ridurrà i tempi di verifica e di riscontro della documentazione in sede di ispezione.
Dunque, anche DURC, certificati di iscrizione alla Camera di Commercio, Dichiarazioni fiscali, comunicazioni al collocamento, documentazione proveniente da INPS e INAIL e così via non potranno più essere chiesti alle Pmi, se già presenti nell’archivio della Pubblica Amministrazione.
L’idea alla base del protocollo è di mettere a frutto quanto già disposto in termini di semplificazione burocratica, che prevede l’eliminazione dei duplicati, facendo sì che le PA non possano chiedere più volte gli stessi documenti già in possesso di altre Amministrazioni.
«Abbiamo dato piena attuazione del protocollo sottoscritto il 4.8.2010 con l’Agenzia delle Entrate l’INPS e l’INAIL, con il quale sono state definite le modalità di scambio di informazioni dalle rispettive banche dati al fine di perseguire un’effettiva semplificazione amministrativa.
Percorso già proficuamente attivato negli anni scorsi con i consulenti del lavoro nell’introduzione del libro unico del lavoro», ha dichiarato il Direttore Generale per le Attività Ispettive del Ministero del Lavoro, Paolo Pennesi.
Mentre la presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, Marina Calderone, auspica «una generale riduzione degli oneri amministrativi a carico dei datori di lavoro e dei professionisti, perchè sono questi i tipi di interventi efficaci e concreti che eliminano oneri e ingombranti adempimenti nella gestione del rapporto di lavoro.
I consulenti del lavoro sostengono in modo convinto le azioni di semplificazione amministrativa perchè non è sulla difficoltà burocratica che si basa la nostra attività professionale; bensì sul qualificato apporto di conoscenze e di valore aggiunto utile a far crescere il Paese.
Se alla semplificazione si affiancasse anche una riforma del lavoro mirata al contenimento del costo, l’occupazione farebbe un grande salto in avanti».