Ormai il governo Monti ha dichiarato guerra aperta all’evasione fiscale e non solo nel nostro Paese, dove ha messo in campo strumenti come i temutissimi spesometro e redditometro: L’Italia, insieme a Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti punta ad applicare la normativa Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) a livello internazionale, «attraverso accordi bilaterali basati sulle vigenti convenzioni contro le doppie imposizioni».
La finalità degli accordi bilaterali sulla FATCA è di attuare un approccio comune volto «favorire la compliance fiscale internazionale e facilitare l’applicazione della legislazione fiscale a beneficio di entrambe le parti» coinvolte.
È quanto si legge in una “Dichiarazione Congiunta in merito ad un Approccio Intergovernativo finalizzato a migliorare la Compliance Fiscale Internazionale e ad applicare la normativa FATCA” con il quale il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano che annuncia la volontà dei 6 Paesi di aderire al FACTA, già peraltro utilizzato negli Stati Uniti dal 18 marzo 2010, con l’obiettivo di «intensificare la lotta all’evasione fiscale internazionale».
Il Foreign Account Tax Compliance Act definisce delle policy che puntano ad ottenere la comunicazione delle informazioni da parte delle istituzioni finanziarie estere (Foreign Financial Institutions – FFIs), in relazione a determinati conti, piuttosto che a riscuotere le ritenute.
Gli USA si sono dimostrati disponili ad adottare un approccio intergovernativo finalizzato ad applicare la normativa FATCA su base internazionale, così dare il via ad uno « scambio automatico di informazioni in due direzioni (da e verso gli Stati Uniti)» con Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito relativamente ai conti aperti dai cittadini di questi Stati negli istituti finanziari statunitensi.
I sei Paesi, quindi, «si impegnano ad individuare gli strumenti internazionali e nazionali più idonei a realizzare uno scambio automatico di informazioni tra amministrazioni che possa consentire alle istituzioni finanziarie interessate dalle norme USA di evitare il ricorso ad accordi individuali di tipo contrattuale con l’amministrazione finanziaria americana».
Infine, nella consapevolezza «della necessità di mantenere i costi di adempimento al livello più basso possibile per le istituzioni finanziarie e per gli altri soggetti interessati dall’applicazione della normativa FATCA», i 6 Paesi si «sono impegnati a collaborare nel lungo termine per raggiungere standard comuni in materia di obblighi dichiarativi e di due diligence».