Difende l’azione svolta da Equitalia il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in audizione in commissione finanze della Camera, dichiarando che «non fa usura», come si continua a sostenere da più parti, in un clima divenuto rovente nei mesi scorsi a intorno alle questioni ganasce fiscali e cartelle esattoriali, e di recente segnato da rappresaglie.
Per Befera, la società pubblica incaricata della riscossione di tributi e contributi, «con l’usura non c’entra assolutamente niente. Le sanzioni vanno dal 30 al 100% e non può essere definito un tasso usuraio perché non è applicato su un prestito».
Befera ha poi sottolineato il valore dei risultati ottenuti da Equitalia nel contrastare l’evasione fiscale in Italia, un fenomeno che «arreca un danno all’intera collettività». Equitalia ha dei compiti assegnateli dalla legge e quindi è chiamata ad adempiere al suo mandato istituzionale, al quale non può sottrarsi.
Il suo compito non va quindi demonizzato, per il direttore, anzi la società di riscossione nello svolgere la propria attività pone grande attenzione alle esigenze dei contribuenti ed è «consapevole di dover agire contro dei soggetti che versano in particolari difficoltà economiche ma c’è anche chi ha fatto tutto per pagare».
In più Befera ha voluto chiarire un punto: Equitalia non è un “ammortizzatore sociale”, funzione che le è stata attribuita impropriamente, a causa del «clima di ostilità» e della «campagna denigratoria» messa in atto contro la società di recupero crediti, soprattutto nel secondo semestre del 2011, accusata di adottare metodi di riscossione iniqui nella sua attività. Una conseguenza del perdurare della crisi economica che sta esasperando gli animi degli imprenditori, sempre più in difficoltà e a rischio fallimento.
Una situazione quanto mai grave che ha portato al contempo all’aumento di iniziative incresciose di contestazione (250 di cui 70 solo a gennaio) «degenerate in atti violenza contro il personale». Dipendenti senza colpe che ora mostrano «demotivazione e paura», «con dei riflessi sui risultati».
Ma, assicura Befera, «Equitalia prosegue nel suo lavoro», anche perché fermare l’ultima società della filiera di riscossione delle imposte significherebbe permettere all’evasione fiscale di aumentare nuovamente: «se l’evasore sa che nessuno riscuoterà quanto lui non ha pagato» continuerà ad evadere, è pertanto «necessario incutere un sano timore» come «deterrente per far sapere che l’Agenzia lavora e per scoraggiare gli evasori», diceva qualche tempo fa lo stesso Befera commentando gli atti intimidatori contro Equitalia.
Dopo aver annunciato gli ottimi risultati del 2011 (11 miliardi di euro derivanti dalla lotta all’evasione fiscale) Befera ha annunciato «faremo di più nel 2012» anche al nuovo Redditometro, grazie al quale «potremo colpire controllando con precisione la spesa. Faremo controlli a tappeto e in più daremo un software che permetterà di far capire agli interessati quando sono a rischio controlli e di adeguarsi».