Potrebbe arrivare con un emendamento alla Legge di Stabilità 2018 il rinvio di un anno per l’abolizione degli studi di settore, che dovrebbero lasciare il posto ai nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale (Isa). Da una parte infatti si lavora per l’approvazione dei primi 70 Isa, che vedono coinvolti oltre un milione di partite IVA, dall’altra l’Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia preparano il correttivo alla manovra finanziaria ora all’esame della Camera per rimandare di un anno l’operazione così da far partire tutti gli Isa insieme, invece di dover gestire contemporaneamente i nuovi indicatori ed i restanti studi di settore che riguardano quasi 2 milioni e mezzo di imprese, artigiani, commercianti e professionisti.
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L’emendamento prevede in dettaglio una proroga all’anno d’imposta 2018 del termine di entrata in vigore degli Isa disposta con la manovra correttiva della Legge di Stabilità 2017 (articolo 9-bis Dl 50/2017) con l’obiettivo di attuare una corretta e uniforme prima applicazione degli Isa per tutti i contribuenti coinvolti aspettando che siano pronti ed approvati anche i rimanenti 80 Isa.
Se tale proroga non dovesse essere approvata, per il prossimo anno indicatori di affidabilità e studi di settore coesisteranno dando vita a possibili disparità tra contribuenti, tanto che per alcuni tale passaggio graduale sarebbe incostituzionale generando criticità legate ai principi di uguaglianza e legalità.
Ricordiamo infatti che i nuovi indicatori sintetici di affidabilità si basano su una nuova metodologia statistico-economica volta a definire il grado di affidabilità/compliance o di anomalia di imprese e professionisti valutando la loro affidabilità fiscale su una scala da 1 a 10, dando accesso ai contribuenti che risulteranno “affidabili” significativi benefici premiali, anche consistenti nell’esclusione o nella riduzione dei termini per gli accertamenti.
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Anche intermediari e associazioni di categoria sembrano contrari al doppio binario e appoggiano la proroga, che complicherebbe non poco la propria attività di assistenza e consulenza fiscale. In questo anno di proroga le Entrate sembrano intenzionate ad approvare gli Isa, prima i 70 già individuati e poi i rimanenti 80, rendendoli comunque disponibili in via preventiva e sperimentale così da rafforzare la collaborazione tra contribuenti e amministrazione finanziaria.
Ancora da risolvere inoltre i problemi legati alla memoria lunga dei nuovi indicatori che, diversamente dai vecchi studi di settore, vanno a considerare l’andamento economico degli ultimi otto anni, elemento che potrebbe generare problematiche non irrisorie nel caso in cui il contribuente sia stato assistito da più intermediari durante tale periodo di tempo, perché emergerebbe la necessità di raccogliere più deleghe per l’invio dei dati al SOSE e di gestire adeguatamente la questione privacy.