Tratto dallo speciale:

ISEE, nuovo stop dei CAF alle DSU

di Noemi Ricci

5 Ottobre 2017 09:30

I CAF minacciano il blocco totale del servizio di compilazione delle DSU finalizzate all'ISEE se l'INPS non assicurerà il pagamento totale per il 2017: i dettagli e le motivazioni.

I CAF minacciano l’interruzione del servizio di elaborazione delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) necessarie ai fini dell’eleaborazione dell’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) se l’INPS non pagherà per le dichiarazioni già elaborate e per quelle da elaborare fino a fine anno.

Ad annunciare l’imminente blocco totale del servizio in una lettera inviata al presidente INPS, Tito Boeri, è la Consulta dei CAF, la quale ha deciso all’unanimità che “al raggiungimento delle 5,1 milioni di DSU inviate all’Istituto, comunicheranno all’INPS, via PEC, la risoluzione della convenzione”, a meno che l’INPS non assicuri il pagamento di tutte le DSU elaborate e trasmesse nel corso di tutto il 2017.

=> ISEE 2017: novità e calcolo dell’Indicatore

Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta Nazionale dei CAF, spiegano:

“Tra pochi giorni tutti i CAF italiani potrebbero sospendere il servizio della compilazione delle dichiarazioni per l’ISEE, se non verrà assicurato il pagamento di tutte le DSU elaborate e trasmesse dai CAF all’Istituto nel corso del 2017. Poiché, dalle nostre valutazioni, supereremo il numero delle dichiarazioni stabilito con l’INPS, non possiamo assumercene il costo essendo un servizio gratuito per il cittadino”.

“Fino ad oggi ci sono state proposte delle soluzioni immaginifiche – proseguono Bagnoli e Soldini – che allontanano il superamento del problema. Siamo l’unico insieme di strutture diffuse su tutto il territorio nazionale, apprezzati e competenti. Siamo conosciuti e le nostre sedi hanno un rapporto oramai personalizzato con i cittadini: non può essere un problema di risorse a bloccare un servizio così importante”.

=> Reddito di Inclusione: come funziona

I due Coordinatori nazionali dei CAF concludono quindi affermando:

“Non vogliamo deludere i cittadini che, prima di essere degli utenti, sono persone. Hanno bisogno, proprio per questo genere di servizi, di molta discrezione e di qualcuno di cui fidarsi e con il quale hanno già un rapporto di conoscenza e di rispetto. Cosa sarà quando, a dicembre, centinaia di migliaia di famiglie, le meno abbienti, potranno presentare la domanda per il reddito d’inclusione per il quale è, ovviamente, prevista la dichiarazione ISEE? A chi si rivolgeranno?”

La parola ora passa all’INPS.