Un fisco più semplice per il contribuente, dialogante con i professionisti dell’assistenza fiscale, che combatta efficacemente l’evasione senza però considerare automaticamente i contribuenti evasori invece che cittadini: il neodirettore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in una lettera ai dipendenti, esprime la linea con cui intende portare avanti il suo mandato indicando la continuità rispetto alla compliance fiscale, che anzi deve essere ulteriormente potenziata.
«La parola d’ordine dovrà essere in realtà un piccolo semplice tratto: i segno meno. Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli».
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Da una parte, occorre «far crescere il livello di rispetto dell’obbligo tributario, rappresentando «un nuovo motore di sviluppo per tutto il Paese» nella consapevolezza che l’evasione blocca la crescita, perché un fisco più efficiente e chiaro crea e attrae nuovi investimenti, anche internazionali, e rende «più leggero lo sforzo di chi ogni mattina alza la saracinesca della propria impresa». Ma così come l’Agenzia:
«deve essere rigorosa con chi finisce in fuorigioco, deve anche «saper chiedere scusa se sbaglia. Deve, quando necessario, fare pulizia al proprio interno e tenere alta la bandiera della legalità».
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Gli strumenti per raggiungere l’obiettivo:
«norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, interpretazioni imparziali, adempimenti più semplici con strumenti moderni, flessibili e testati, accertamenti basati sulla sostanza e motivati in modo impeccabile, presenza attenta nelle sedi giurisdizionali. E su tutto e prima di tutto, ascolto continuo e dialogo instancabile con i cittadini».
A chi in Agenzia:
«vede gli italiani come contribuenti prima che come cittadini, come evasori prima che come contribuenti, consiglio di cambiare approccio in tempi rapidissimi».
La linea prevede anche un atteggiamento di costante ascolto verso:
«le tante istanze di vari e autorevoli corpi intermedi del tessuto sociale, produttivo, associativo o professionale».
Ruffini conclude con rifermento di alto livello. Prima cita Martin Luther King: «può darsi che non siamo responsabili per la situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non facciamo nulla per cambiarla». Quindi, usa come metafora il primo uomo che camminò sulla Luna:
«riducendo le distanze fra il nostro pianeta e il suo satellite: mi piace pensare che riusciremo a ridurre le distanze fra fisco e cittadini, contribuendo alla costruzione di un’Italia più moderna, più coesa ed equa».