L’Italia continua ad essere il Paese maglia nera per pressione fiscale: le tasse sugli stipendi raggiungono il 47,8% per un lavoratore single senza figli, contro una media OCSE del 36%, percentuale che vale il quinto posto della classifica. Si sale al terzo posto in caso di famiglia monoreddito con due figli, mentre se si guarda al costo del lavoro, si sale sopra 52mila euro (52.567 euro l’anno per ogni lavoratore single senza figli) che vale il diciassettesimo posto al mondo, contro una media OCSE di oltre 47mila euro. La conferma delle tasse troppo gravose sui lavoratori italiani arriva dal rapporto OCSE “Taxing Wages” sulla tassazione delle retribuzioni nei 35 Paesi più avanzati.
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Peggio dell’Italia solo Belgio con un cuneo fiscale 2016 al 54%, Germania (49,4%), Ungheria (48,2%) e Francia (48,1%). Meglio di tutti fanno USA (31,7%), Svizzera (21,8%), Messico (20,1%), Nuova Zelanda (17,9%) e il Cile con il 7% di cuneo fiscale.
In Italia il salario medio lordo è di poco meno di 40 mila euro, mentre la media OCSE supera tale cifra, senza contare che i salari lordi italiani sono tassati del 31,1% contro il 25,5% della media OCSE. Nel nostro Paese il peso maggiore del costo del lavoro grava sulle imprese, con una media del 24% di contributi (sul lavoratore pesano il 7,2% di contributi e la tassazione sul reddito per il 16,4%).
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Va tuttavia detto che il cuneo fiscale in Italia è diminuito rispetto al 2015 dello 0,1% per le famiglie e dello 0,08% per i single, ma anche qui c’è chi fa meglio: Francia e Finlandia lo hanno ridotto rispettivamente di 0,47% e 0,34% e di 0,30% e 0,22%.
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