Malgrado le alte adesioni alla rottamazione delle cartelle Equitalia, i debiti degli Italiani con gli enti che si affidano agli agenti della riscossione restano alti: 817 miliardi di euro dovuti da 21 milioni di contribuenti, il 53% per importi che non superano i mille euro, il 74% con debiti inferiori a 5mila euro. Le cifre sono fornite da Ernesto Maria Ruffini, amministratore delegato Equitalia, in audizione alla Camera, che a pochi mesi dallo scioglimento dell’agente di riscossione (che confluirà nell’Agenzia delle Entrate dal primo luglio), sottolinea davanti ai deputati: i dati sui debiti arretrati:
«imporrebbero una riflessione in ordine alle ragioni per le quali nel 2017 ancora si discuta della possibilità di riscuotere somme iscritte a ruolo dagli enti impositori oltre 15 anni fa».
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La somma che secondo l’amministratore delegato di Equitalia è ragionevolmente recuperabile è pari a 51,9 miliardi. Come si arriva a questa cifra partendo dagli oltre 800 miliardi di debito complessivo? Togliendo 147,4 miliardi di euro dovuti da soggetti falliti, 85 miliardi da persone decedute e imprese cessate, 95 miliardi da nullatenenti. Ci sono poi 30,4 miliardi di euro con riscossione sospesa per provvedimenti di autotutela emessi dagli enti creditori o sentenze dell’autorità giudiziaria. Restano ancora 459,2 miliardi di euro, di cui oltre il 75% (348,4 miliardi), spiega Ruffini:
«si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’Agente della riscossione ha già tentato, invano, in questi anni, azioni di recupero esecutive e/o cautelari», altri 32,7 miliardi «sono riferiti a posizioni non lavorabili per effetto delle norme a favore dei contribuenti», e infine «ulteriori 26,2 miliardi di euro sono oggetto di pagamenti rateizzati in essere».
Numeri che, prosegue l’ad Equitalia, fanno ben comprendere il successo dell’operazione di rottamazione cartelle in scadenza il prossimo 21 aprile, che il 23 marzo scorso aveva registrato oltre 500mila adesioni, per un controvalore di 8,3 miliardi di euro. I margini di ulteriore crescita sono notevoli, visto che «le pratiche giù esaminate da Equitalia rappresentano a questo punto circa il 3% del totale dei contribuenti non in regola che potrebbero essere interessati alla sanatoria su aggi e interessi».
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Confermato infine che la riorganizzazione procede nei tempi previsti, dal primo luglio Equitalia confluirà quindi in Agenzia delle Entrate – Riscossione, la riforma secondo l’ad Equitalia renderà più semplici gli adempimenti per i contribuenti e «aiuterà il fisco a raggiungere unità decisionale e una più efficace funzionalità organizzativa».