Si tornerà a parlare della Web Tax al G7 dei ministri delle finanze di Bari, ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan:
«Al summit di maggio si discuterà la tassazione delle nuove forme di impresa nate con l’economia digitale».
Si tratta di una misura volta a regolare il rapporto con il Fisco dei grandi colossi del web e della quale si discute da tempo, ma sempre rimandata e oggetto di numerose critiche e molti dubbi di compatibilità con i regolamenti comunitari.
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In sostanza l’obiettivo è di incrementare il gettito fiscale in Italia dei giganti di Internet, come Google e Yahoo!, impedendo loro di fatturare altrove i proventi realizzati in Italia per la vendita di Advertising e servizi. I soggetti passivi che intendano acquistare servizi online, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, verrebbero infatti obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita IVA italiana.
Il ministro Padoan spiega:
«Il Governo è impegnato a esplorare canali come la Web Tax. Ritengo che sia un’area assolutamente indispensabile da esplorare ma complessa per ragioni sia politiche che tecniche. Una tassa simile sarebbe ottimale se adottata da più Paesi almeno a livello europeo e dal punto di vista tecnico ci sono problemi non semplici nell’individuazione della base imponibile e di conseguenza nell’adozione di misure pratiche».