Il Fisco italiano chiude il 2016 all’insegna della compliance e lo fa inviando 20.362 alert preventivi sulle operazioni IVA 2013 ad altrettanti professionisti ed imprese per i quali emergono delle differenze tra il volume d’affari dichiarato e l’importo delle operazioni comunicate dai loro clienti all’Agenzia delle Entrate con lo Spesometro. Queste partite IVA vengono ora invitate dal Fisco all’adempimento spontaneo ricorrendo al nuovo ravvedimento operoso.
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È quanto prevede il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate volto a promuovere l’adempimento spontaneo da parte delle Partite IVA che, secondo i controlli fiscali effettuati dall’Agenzia incrociando le dichiarazioni dei professionisti/aziende con quelle comunicate dai propri clienti al Fisco attraverso lo Spesometro – ai sensi dell’articolo 21 del decreto legge n. 78/ 2010 – non hanno dichiarato, in tutto o in parte, le operazioni attive effettuate nel 2013 ai fini IVA.
Nell’inviare i contribuenti a sanare l’anomalia riscontrata mediante ravvedimento operoso, l’Agenzia comunicherà agli interessati anche le informazioni ricevute dai loro clienti, nonché le modalità con cui il contribuente può richiedere informazioni o segnalare all’Agenzia eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti.
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La possibilità di accedere al ravvedimento operoso, beneficiando così di una significativa riduzione delle sanzioni, permane anche nel caso in cui la violazione sia già stata constatata o siano iniziati accessi, ispezioni o verifiche o altre attività amministrative di controllo, delle quali il contribuente abbia avuto formale conoscenza, salvo la formale notifica di un atto di liquidazione, di irrogazione delle sanzioni o, in generale, di accertamento e il ricevimento delle comunicazioni di irregolarità (articoli 36-bis Dpr 600/1973 e 54-bis Dpr 633/1972) e degli esiti del controllo formale (art. 36-ter Dpr 600/1973).
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